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Pugno duro della Bulgaria: "Subito rimpatri per i migranti violenti"

La scelta del governo dopo la guerriglia nel campo dii Hamanli, a ridosso del confine con la Turchia: "Inizieremo già a dicembre. Ci autorizza l'accordo tra Ue e Afghanistan".

Pugno duro della Bulgaria: "Subito rimpatri per i migranti violenti"

Dopo l’impiego dei reparti antisommossa per sedare la rivolta esplosa nel campo di accoglienza, adesso il governo della Bulgaria sta organizzando l'espulsione dei richiedenti asilo protagonisti degli scontri con la polizia. La protesta, degenerata in violenti scontri tra rifugiati e poliziotti, è divampata nella tarda serata di giovedì, nella più grande delle strutture d’accoglienza del Paese, nel centro di Harmanli, città di poco più di 30mila abitanti vicina al confine con la Turchia di Erdogan e che ospita circa 3mila richiedenti asilo.

La rivolta degli immigrati, che secondo le forze dell’ordine risulterebbero provenienti per la maggior parte dall’Afghanistan, è stata domata non senza fatica e difficoltà dalla polizia bulgara. La rabbia dei richiedenti asilo sarebbe esplosa a causa dell’allarme sanitario che aveva costretto le autorità di Sofia a disporre un provvedimento di quarantena nei confronti dei migranti. Isolati dalle rotte del centro del Paese e dell’Europa, i rifugiati hanno inscenato una protesta che s’è trasformata in una vera e propria rivolta sedata con gli idranti dai poliziotti, tra le cui fila si sono contanti, alla fine degli scontri, ventiquattro feriti a fronte dei tre immigrati che hanno dovuto far ricorso alle cure mediche.

Dopo la guerriglia di Harmanli, però, succede che il primo ministro bulgaro ha deciso di gestire la vicenda con il pugno di ferro. Il campo sarà smantellato e le persone coinvolte negli scontri saranno rimpatriate nei rispettivi Paesi di origine. Come riporta l’Express on line, il primo ministro Boiko Borisov, che ha dovuto annullare la visita istituzionale in Ungheria, è furioso: “In base all’accordo tra Unione Europea e Afghanistan, noi abbiamo chiesto di iniziare a estradare queste persone già a partire dall’inizio di dicembre.

Gli altri invece saranno trasferiti in campi chiusi, senza comunicazioni di sorta con l’esterno”.

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