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Caccia italiani e MiG-29 a protezione della Bulgaria

L'operazione ha come obiettivo quello di preservare lo spazio aereo della Nato integrando l'attività di difesa aerea della Bulgaria.

Caccia italiani e MiG-29 a protezione della Bulgaria

Quattro Eurofighter dell'Aeronautica Militare italiana, pilotati da equipaggi del 4°, 36° e 37° Stormo e decollati dall'aeroporto militare di Grosseto, sono atterrati nella base bulgara di Graf Ignatievo, a circa due ore dalla capitale Sofia, per dare il via all'operazione di Enanched Air Policing. Denominata Bulgarian Horse, l'operazione ha come obiettivo quello di preservare lo spazio aereo della Nato integrando l'attività di difesa aerea bulgara. Gli EFA 2000 italiani implementeranno il servizio di sorveglianza dello spazio aereo bulgaro fino alla metà del mese di ottobre volando al fianco dei MiG-29 in dotazione all'aeronautica di Sofia. La TFA 4° Stormo, costituita sulla base aerea di Graf Ignatievo, grazie ad un Advanced team logistico formato dalla 3ª Divisione del Comando Logistico dell'Aeronautica Militare, dal 3° Stormo di Villafranca e dalla 4ª Brigata Telecomunicazioni e Sistemi per la Difesa Aerea e l'Assistenza al Volo di Borgo Piave, sarà alle dirette dipendenze del Comando Operativo di Vertice Interforze.

Il Comandante della TFA ha sottolineato che “l'Aeronautica Militare italiana è orgogliosa di cooperare con l'Aeronautica bulgara per preservare lo spazio aereo della Nato, nell'ambito dell'ampio dispositivo di difesa integrata dell'Alleanza. Questa è un' opportunità per entrambi per accrescere interoperabilità e conoscenze”.

Con la sua adesione nel 2004, lo spazio aereo della Bulgaria è entrato a far parte dello spazio aereo dell'Alleanza. I MiG-29 della Bulgarian Air Force sono stati integrati nell’Air and Missile Defence System della Nato, NATINAMDS. Graf Ignatievo, nel cuore della Bulgaria meridionale, è la terza base aerea della Forza aerea di Sofia.

La forza aerea della Bulgaria

La Bulgaria continua ad operare con una manciata di MiG-29 sovietici, costantemente a rischio di messa a terra a causa dei costi necessari per la manutenzione ordinaria. L’ultimo problema in ordine di tempo riguardava i ritardi nella fornitura del lubrificante per i motori dei Mig-29, rimasti a terra durante l’ultima Thracian Eagle. La manutenzione ordinaria dei propulsori della flotta MiG-29 della Bulgaria è stata affidata alla Polonia. La proposta di Mosca è stata ritenuta troppo costosa. Tuttavia i problemi nel garantire una forza aerea credibile come membro della Nato, persistono. La scorsa settimana i media bulgari hanno riferito che il numero di ore di volo dei piloti dell'aviazione era ben al di sotto degli standard Nato, fissato a 180 ore con tetto minimo di 80. I piloti bulgari raggiungono a malapena le 30 ore di volo. I problemi sono stati confermati dal Ministero della Difesa della Bulgaria. “Il problema delle ore di volo sarà presto risolto fornendo più velivoli”. La Bulgaria ha identificato nel Gripen C / D della Saab il sostituto ideale per la nuova forza aerea da caccia. I negoziati tra la Svezia e la Bulgaria dovrebbero aprirsi a breve. Saab ha già comunicato che consegnerà il primo aereo entro 18 mesi dalla firma del contratto. Secondo il piano di riarmo approvato dal parlamento per “ridurre il disavanzo delle capacità delle forze armate della Bulgaria e garantire l’interoperabilità con gli eserciti degli altri Stati membri della Nato e dell'UE in operazioni congiunte”, Sofia investirà nella spesa militare 1,8 miliardi fino al 2029. Il Comando dell'Alleanza di Ramstein, in Germania, sovrintende a questa missione collettiva con i suoi due Centri Operativi (CAOC, Combined Air Operations Centres) di Uedem, in Germania e Torrejon, in Spagna. Gli alleati forniscono le loro reti nazionali di sorveglianza aerea e le rispettive piattaforme per salvaguardare lo spazio aereo della Nato in tempo di pace.

Gli Eurofighter italiani resteranno in Bulgaria a protezione dello spazio aereo alleato fino alla metà del prossimo ottobre. L’Italia come tutti gli altri membri dell’Alleanza, partecipa alla NATO Air Policing, garantendo la sorveglianza dei cieli dei paesi che non dispongono di componenti pilotate di difesa aerea.

L’Enanched Air Policing, concordato dagli Alleati in occasione del vertice del Galles avvenuto nel 2014, integra con asset di ultima generazione l'attività di difesa aerea degli alleati lungo il fianco orientale della Nato.

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