California, via libera alla propaganda negazionista della Shoah

Le autorità dello Stato si sono giustificate asserendo che la propaganda negazionista rientrerebbe nell’“esercizio della libertà di opinione”

California, via libera alla propaganda negazionista della Shoah

La California, Stato Usa noto per le sue innumerevoli e controverse “battaglie progressiste”, ha ufficialmente autorizzato le associazioni negazioniste dell’Olocausto a fare propaganda negli spazi pubblici. Da oggi in poi, manifesti e pubblicità diretti a mettere in dubbio la storia della Shoah finora tramandata potranno fare capolino in metropoli libertarie come Los Angeles, San Francisco e San Diego. La comunità ebraica si è detta “profondamente indignata” per la scelta delle autorità.

La decisione di legalizzare la pubblicità negazionista è stata annunciata ai media da H.D. Palmer, portavoce del governatore californiano Jerry Brown. Il funzionario ha precisato che l’autorizzazione concessa alla propaganda revisionista, per il momento, sarà circoscritta a una sola tipologia di spazio pubblico: le stazioni ferroviarie. All’interno di queste ultime, gestite dalla società a partecipazione statale Bay Area Rapid Transit (Bart), hanno già iniziato a campeggiare poster realizzati dall’Institute for Historical Review (Ihr), una delle prime associazioni negazioniste dell’Olocausto ad approfittare della recente concessione disposta dalle autorità. Tali poster recano la didascalia “La storia è importante!”.

Anna Duckworth, portavoce della Bart, ha usato queste parole per giustificare il mutato atteggiamento delle istituzioni statali verso la pubblicità revisionista: “Il fatto che sia stata autorizzata nei luoghi pubblici la propaganda dell’Institute for Historical Review non significa assolutamente che le istituzioni della California condividano tali idee. Dopo una approfondita valutazione, il governatore e i vertici delle agenzie statali hanno riconosciuto il principio in base al quale ogni forma di pubblicità, anche quella espressione di punti di vista non convenzionali, costituisce esercizio della libertà di pensiero. Una giurisprudenza consolidata impedisce alle autorità di limitare il diritto dei cittadini a propagandare con ogni mezzo le convinzioni personali.”

Mark Weber, direttore dell’Ihr, ha pubblicamente ringraziato il governatore Brown per la revoca delle norme “anti-negazionisti”: “Finalmente, lo Stato della California ha riconosciuto a tutti i cittadini il pieno esercizio della libertà di pensiero. Il nostro non è un gruppo revisionista. Non coltiviamo pregiudizi antiebraici, ma ci battiamo affinché la storia venga tramandata alle future generazioni priva di manipolazioni politiche. Si è sempre detto che milioni di Ebrei sarebbero stati uccisi nei campi di concentramento, eppure nessuna fonte indipendente quantifica in maniera inequivocabile il numero di persone morte per via dell’Olocausto.” In passato, l’Ihr era balzato agli onori della cronaca per avere pubblicato articoli nei quali gli attentati dell’11 settembre 2001 venivano definiti “un complotto ordito dagli Ebrei”.

Indignazione per la tolleranza mostrata dalle istituzioni californiane nei confronti dei negazionisti della Shoah è stata espressa dalla comunità ebraica tramite The Jewish Journal of Greater Los Angeles.

In un editoriale, David Suissa, direttore del settimanale, ha duramente criticato Jerry Brown: “Non si può dare un simile riconoscimento a chi platealmente ridicolizza le testimonianze di persone che hanno vissuto sulla propria pelle le peggiori violenze mai perpetrate nella storia dell’umanità. Lo sterminio degli Ebrei avvenuto durante la Seconda guerra mondiale è stato provato da un’imponente mole di ricerche. Negare che tale evento si sia verificato è come negare che la Terra sia sferica.”

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