Coronavirus

Cina, carcere per chi diffonde voci infondate sul virus

L'Alta Corte di Heilongjiang ha previsto fino a 15 anni di carcere per chi diffonde "voci" sull'epidemia, 7 anni per chi rifiuta la quarantena e pena di morte per chi diffonde intenzionalmente il virus

Cina, carcere per chi diffonde voci infondate sul virus

La paura per il diffondersi del coronavirus cresce giorno dopo giorno. L'epidemia continua a dilagare e ad oggi i morti sono saliti a 425 nella sola regione di Hubei (si conta poi un morto a Hong Kong e uno nelle Filippine). Ma a preoccupare le autorità di tutti i Paesi ci sono anche le false informazioni sul virus che mettono in allarme la popolazione. E così, mentre l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) scende in campo contro false teorie e psicosi, i tribunali cinesi hanno deciso intervenire per arginare l'emergenza coronavirus.

L'Alta Corte di Heilongjiang, come riporta Tgcom24, ha previsto fino a 15 anni di carcere per chi diffonde "voci" sull'epidemia allo scopo di sovvertire l'ordine costituito. Ma non è finita qui. Per chi rifiuta la quarantena sono previsti fino a 7 anni di carcere, mentre per tutti coloro che vengono scoperti a diffondere intenzionalmente il virus c'è la pena di morte. A Pechino inoltre, è "guerra" al traffico di farmaci contraffatti.

Una linea dura per proteggere il Paese che si unisce alla richiesta della Cina di non sospendere i voli. "Allo scopo di rispondere alle necessità dei passeggeri dentro e fuori il Paese, e per garantire gli approvvigionamenti in questo particolare periodo, l'amministrazione chiede alle linee aere di garantire la continuità dei trasporti verso nazioni che non hanno imposto restrizioni di viaggio", hanno fatto sapere le autorità.

Misure che prevedono persino la pena di morte, ma che non sono del tutto nuove. In Malesia, un cittadino di 34 anni rischia una condanna ad un anno di prigione e una multa del corrispettivo di 11mila euro per aver diffuso notizie false sul virus. "L'atto, grave, arriva in un momento di grandi sforzi per controllare la diffusione di notizie false, da parte di individui irresponsabili, sul nuovo coronavirus. Potrebbero mettere in pericolo la stabilità nazionale e la pace pubblica", si legge in una dichiarazione della Malaysian Communications and Multimedia Commission (MCMC).

Intanto la Cina si aspetta che tutti i Paesi adottino politiche per non alimentare l'allarmismo. "Abbiamo notato la risposta dell'Italia a questo focolaio - ha detto la portavoce del ministero degli Esteri, Hua Chunying -. Speriamo che la parte italiana faccia una valutazione obiettiva, giusta, calma e razionale dell'epidemia, e comprenda e sostenga gli sforzi del governo cinese per contenerla e controllarla.

Le misure pertinenti da adottare dovrebbero essere in linea con le raccomandazioni dell'Oms, non superare livelli ragionevoli, evitando di incidere sui normali scambi di personale".

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