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Corea del Nord, lanciato missile balistico non identificato

Il missile ha coperto una distanza di 500 km prima di schiantarsi al largo della costa orientale della Corea del Nord. Potrebbe trattarsi del Hwasong-12, testato con successo la scorsa settimana

Corea del Nord, lanciato missile balistico non identificato

La Corea del Nord ha testato un sistema d’arma, attualmente non identificato, ad una settimana dall’ultimo lancio missilistico. E’ quanto comunica il Ministero della Difesa della Corea del Sud. Il vettore è stato lanciato da una posizione vicino Pukchang, nella provincia meridionale di Pyongan: non dovrebbe trattarsi di un missile balistico intercontinentale. STRATCOM rileva che il missile ha coperto una distanza di 500 km prima di schiantarsi in mare, al largo della costa orientale del paese, ma al di fuori della zona economica esclusiva del Giappone.

E’ il decimo lancio del 2017 per la Corea del Nord. La Casa Bianca conferma il lancio di un missile balistico a medio raggio, con portata inferiore rispetto all'ultimo test avvenuto il 14 maggio scorso. Secondo la classificazione standard, un missile balistico intercontinentale ha una gittata superiore ai 5500 km.

L’ultimo test risale alla scorsa settimana. Il missile Hwasong-12 è stato lanciato dalla base vicina la città di di Kusong, nella costa occidentale del paese, nella provincia settentrionale del Pyongang. Lo stesso sito è stato utilizzato, lo scorso 12 febbraio, per lanciare il missile Pukguksong-2. Secondo Pyongyang, il missile Hwasong-12 avrebbe raggiunto un’altitudine massima di 1.312 miglia (2,111,5 chilometri), volando per 30 minuti e coprendo 787 chilometri prima di schiantarsi in mare. Nel rapporto della KCNA si legge testualmente che “la Corea del Nord potrebbe aver testato un veicolo di rientro”. Confrontando tutti i dati, il sistema Hwasong-12 testato la scorsa settimana, dovrebbe ragionevolmente essere un missile balistico a medio raggio che, in teoria, potrebbe colpire le principali basi militari statunitensi nel Pacifico, compresa quella di Guam. Subito dopo il test della settimana scorsa, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha invitato Pyongyang a non condurre ulteriori test e “dimostrare un impegno sincero per denuclearizzazione attraverso azioni concrete”.

Il missile Hwasong-12

I dati di volo registrati da Russia, Corea del Sud, Giappone e Stati Uniti del test del 14 maggio scorso, confermano una un'altitudine insolitamente elevata per un missile della Corea del Nord, tuttavia non coerente con un missile balistico intercontinentale. E’ proprio la traiettoria preimpostata che desta qualche perplessità sulla reale portata del missile. Il sistema Hwasong-12 è un missile a due stadi a propellente liquido. Il punto sui lanciatori è fondamentale. I lanci precedenti confermano che i razzi a singolo stadio a combustibile liquido della Corea del Nord hanno un tasso di successo pari all’80%. I razzi a due stadi con autonomia di diecimila km (quindi con meccanismo di separazione), hanno raggiunto un tasso di successo pari al 60%. I razzi a tre stadi (dodicimila km), infine, hanno una percentuale di successo inferiore al 40%. Nonostante i proclami, è improbabile che il Nord abbia sviluppato la tecnologia di rientro. Il Nord ha certamente utilizzato il programma spaziale per acquisire competenze nella tecnologia missilistica di proiezione: il riferimento va all’Earth Observation Satellite messo in orbita lo scorso anno. Quei razzi sono stati progettati per la messa in orbita di un satellite nello spazio. Il veicolo di lancio spaziale Unha-3, ad esempio. Presenta caratteristiche nel design che lo rendono inadatto per applicazioni missilistiche, come la bassa spinta ed il lungo periodo di combustione, inefficace per una tipica traiettoria ICBM. Inoltre, le dimensioni dell'Unha-3 non connsetono in alcun modo la sua copertura ottimale o mobilità. Quindi, sebbene la tecnologia spaziale condivida in parte alcuni sistemi principali utilizzati nella tecnologia militare di proiezione, non è corretto parlare di missile balistico intercontinentale. Un missile balistico intercontinentale, dopo la fase di propulsione e spinta, raggiunge l’orbita terrestre per rilasciare il veicolo di rientro principale, la punta del missile.

Quest’ultima, una volta posizionata tramite navigazione inerziale, rilascia le testate che colpiscono gli obiettivi rientrando dall’atmosfera terrestre. Il Nord, solo per fare un esempio, deve ancora dimostrare il successo nella miniaturizzazione delle testate per l’implementazione sui missili balistici intercontinentali.

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