Lula non potrà partecipare alle prossime elezioni presidenziali. La Corte Suprema brasiliana ha respinto il ricorso con il quale i difensori dell’ex presidente avevano chiesto che si sospendesse la condanna a 12 anni di prigione per corruzione.
Lula non potrà, quindi, godere neppure della libertà condizionale e la Corte ha anche cancellato l’udienza che era prevista per il prossimo martedì, fissata con lo scopo di esaminare il caso. Sono cadute, dunque, le speranze degli esponenti del Partito dei Lavoratori che pensavano che Lula potesse ridiventare presidente del Brasile, nazione che ha già guidato tra il 2003 e il 2010. Ma la sua candidatura, spiega La Stampa, è virtualmente nulla, perché la legislazione brasiliana impedisce che i condannati in seconda istanza possano presentarsi a cariche elettive. Una decisione che lascia l'amaro in bocca ai sostenitori del Partito dei Lavoratori perché i dati diffusi dalla Datafolha attribuiscono all'ex presidente il 30% dei consensi, mentre Jair Bolsonaro è accreditato di un 17%. L'ecologista Marina Silva si ferma, invece, attorno al 10%.
Il sondaggio ha avuto per oggetto 3mila elettori in 174 comuni ed ha anche rivelato che oltre il 40% degli elettori di Lula non sa a chi votare se il fondatore del Partito dei lavoratori (PT) non dovesse poter partecipare al voto.
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