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Recinzioni sfondate e migranti in fuga: caos al confine polacco

Un gruppo di migranti ha attraversato la frontiera che divide Polonia e Bielorussia dopo aver rotto le recinzioni nei pressi delle località polacche di Krynki e Bialowieza

Recinzioni sfondate e migranti in fuga: caos al confine polacco

Oltre 50 migranti sono stati arrestati dalla Polonia per aver attraversato il confine che separa il Paese dalla Bielorussia. È stata una notte convulsa nella periferia dell'Europa, dove da giorni si sta combattendo un braccio di ferro indiretto tra Minsk e Bruxelles. Tra accuse reciproche e scintille sempre più pericolose, lo scenario sta diventando preoccupante.

Una situazione incandescente

Decine e decine di persone (seceondo alcune fonti sarebbero quasi 200) hanno attraversato la frontiera che divide Polonia e Bielorussia, dopo aver rotto le recinzioni nei pressi delle località polacche di Krynki e Bialowieza. Un portavoce delle guardie di frontiera ha spiegato che i migranti hanno abbattuto le barriere e ci sono stati momenti di violenza. Alcuni di loro sono stati intercettati e fatti rientrare in territorio bielorusso, mentre altri sono riusciti a fuggire.

Nel frattempo, la Bielorussia ha puntato il dito contro le forze polacche, ree di aver picchiato i migranti, nello specifico quattro persone di etnia curda intente ad entrare in Unione europea. I quattro "sono stati arrestati in Polonia dove avevano cercato di chiedere protezione e status di rifugiato", ha dichiarato in una nota il servizio delle guardie di frontiera bielorusse, diffondendo immagini che mostrano quattro uomini, alcuni con vestiti insanguinati e uno con tagli sulle mani, che si coprivano il viso.

"A giudicare dalle numerose ferite sui corpi dei migranti, le forze di sicurezza polacche hanno maltrattato le persone e, usando la forza, le hanno spinte oltre una recinzione di filo spinato al confine con la Bielorussia", si legge nella nota. Varsavia ha criticato Minsk per aver strumentalizzato l'episodio e l'intera vicenda.

Accuse reciproche

In tutto questo non poteva mancare la reazione della Russia. Mosca, per bocca del portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, si è detta "molto preoccupata" per la situazione dei migranti al confine tra Bielorussia e Polonia. "La situazione resta estremamente tesa, inoltre, le tensioni stanno crescendo. Siamo molto preoccupati. Comprendiamo la complessità della situazione, ma qui, ovviamente, crediamo che il problema de facto sia con le persone. Diverse migliaia di profughi non vogliono rimanere in Bielorussia e richiedono asilo nei Paesi europei", ha detto Peskov.

Che cosa c'entra la Russia? Il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki aveva accusato Mosca di avere responsabilità nella crisi e dichiarato che i migranti lungo il confine polacco non erano altro che parte di un attacco ibrido attuato dalla Bielorussia, protetta da Vladimir Putin. "Una dichiarazione completamente irresponsabile e inaccettabile", ha chiosato Peskov. Dal canto suo Putin ha discusso al telefono della situazione dei migranti con la cancelliera tedesca Angela Merkel. Come riferisce il servizio stampa del Cremlino, la conversazione si è svolta su iniziativa tedesca. Il presidente russo ha suggerito di avviare una discussione sulla crisi dei migranti attraverso contatti diretti tra rappresentanti di Minsk e degli Stati dell'Unione europea coinvolti nella questione, condividendo con Merkel la preoccupazione per le conseguenze umanitarie della crisi migratoria.

La risposta dell'Ue

Nel frattempo, il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, ha incontrato stamane a Varsavia Morawiecki. "Usare migranti vulnerabili come parte di un attacco ibrido va al di là del disprezzo. L'Ue non accetterà alcun tentativo di strumentalizzare i migranti", ha dichiarato ieri Michel su Twitter, esprimendo "piena solidarietà" ai Paesi membri dell'Ue. "Sono venuto per esprimere la solidarietà dell'intera Ue nei confronti della Polonia", ha quindi dichiarato lo stesso Michel una volta arrivato in terra polacca. Quello scatenato al confine con la Bielorussia è "un attacco ibrido brutale e improvviso. Bisogna agire in modo deciso, sulla base dei nostri valori comuni".

Intanto, lungo il confine tra Polonia e Bielorussia ci sono 15mila soldati dell'esercito polacco. "Il numero è stato aumentato e naturalmente, può essere aumentato ancora di più se necessario", ha fatto sapere Morawiecki. Il portavoce del governo, Piotr Muller, ha detto al portale wp.pl che la possibile chiusura totale del confine con la Bielorussia è uno degli scenari presi in considerazione. "Stiamo inviando informazioni al regime bielorusso che questo è possibile se non fermano le loro iniziative", ha detto a proposito dell'uso strumentale da parte di Minsk dei migranti alla frontiera", ha precisato Muller.

Allo stesso tempo, due bombardieri a lungo raggio russi Tu-22M3 hanno sorvolato la Bielorussia nel quadro di una esercitazione con le forze bielorusse, per controllare le forze di difesa aerea dell'Unione fra i due Paesi. Lo ha reso noto il Ministero della Difesa russo: "Durante il volo, gli aerei hanno testato l'interoperabilità con le postazioni di comando a terra della Russia e della Bielorussia".

L'esercitazione si è svolta sotto il comando delle forze aeree bielorusse.

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