L'associazione Onsur Italia, campagna mondiale di sostegno al popolo siriano, è nata ad Ancona nel 2012 ad un anno dalla guerra in Siria. Lo scopo è di aiutare la popolazione siriana a far fronte alle tragiche conseguenze della guerra. Onsur agisce su tre livelli: l'aiuto sanitario, alimentare e di beni di prima necessità, l'aiuto scolastico. Ad oggi Onsur è riuscita a inviare 94 ambulanze all'interno del territorio Siriano e consegnarle ai punti medici di emergenza e agli ospedali. Onsur vanta volontari in tutta Italia e una rete di associazioni con le quali coopera. Oltre agli aiuti in Siria, Onsur realizza anche missioni nel confine turco siriano in territorio turco, con progetti con le scuole soprattutto a favore degli orfani. Il presidente di Onsur è Amer Dachan, commercialista di Ancona.
Perché è nata Onsur?
Onsur è nata per portare aiuto alla popolazione civile in Siria. In oltre sette anni di guerra civile si contano oltre seicento mila morti, più di un milione di invalidi, oltre alla distruzione di infrastrutture, case, scuole, ospedali. Proprio sul dramma della assistenza medica che Onsur ha voluto dare il suo contributo, forte anche della professione di medico di alcuni suoi aderenti e fondatori.
Quali obiettivi avete conseguito in questi anni?
Il nostro obiettivo è sempre stato curare e la cura inizia dal soccorso. Per questo ci siamo concentrati sui mezzi per soccorrere i feriti e condurli negli ospedali dove poter essere curati. In questi anni abbiamo inviato in Siria 94 ambulanze, farmaci, strumenti diagnostici. Viste le dimensioni della devastazione siriana sono una goccia ma se pensiamo che questi aiuti sono il risultato della grande generosità degli italiani, direi che è sicuramente un grandissimo risultato di cui il popolo siriano sarà sempre grato.
Quale è la vostra valutazione della attuale situazione dei civili in Siria, sono ancora in pericolo?
I civili siriani vengono bombardati da sette anni senza alcun rispetto delle Convenzioni internazionali. Le immagini delle città siriane sono sconfortanti. La guerra non ha risparmiato le case, le scuole, gli ospedali, i mercati. Ecco perché dico che la guerra in Siria è prima di tutto una guerra contro i civili. Oggi la popolazione è ancora sotto attacco e le notizie di bombardamenti di ospedali, scuole, abitazioni sono purtroppo ancora all’ordine del giorno. Non c’è di che essere ottimisti e il silenzio del mondo su questi crimini aumenta il senso di sconforto.
Lei è stato più volte in Siria per portare gli aiuti, cosa ha visto e a suo giudizio cosa occorrerebbe per migliorare la condizione dei civili?
Mi sono recato personalmente varie volte in Siria assieme ai volontari di Onsur. Più volte abbiamo rischiato di finire sotto le bombe che piovevano dal cielo. Abbiamo visto un paese in macerie e un popolo forte e orgoglioso che è costretto a vivere in condizioni disumane. E’ impossibile dimenticare la sofferenza e la disperazione dei bambini. La Siria ha bisogno di pacificazione, ma essa sarà impossibile senza il coinvolgimento delle autorità internazionali. E’ incredibile che per sette anni si sia permesso di bombardare a tappeto le città siriane in violazione di qualsivoglia regola di diritto internazionale. Senza il coinvolgimento dell’ONU in Siria regnerà ancora a lungo la distruzione e la divisione del paese in etnie, ed è proprio questo il pericolo più grande che corre la Siria.
Come giudica i ribelli siriani, che comprendono anche forze terroriste dell’Isis (Daesh) e legate ad Al Qaida?
Giudico chiunque abbia a che fare con i terroristi alla stregua dei terroristi medesimi. Deve essere ben chiaro: non si può considerare degno interlocutore chi va a braccetto con i terroristi. Isis e al Nusra hanno tentato di sporcare la giusta ribellione del popolo siriano contro Assad, un dittatore spietato autore di crimini orribili perpetrati assieme al padre per oltre quarant’anni. Guai se qualcuno pensasse che i crimini di Assad possano giustificare un solo crimine dei terroristi. In Siria gran parte del popolo si è ribellato contro un mostro, Assad e il suo apparato poliziesco, e per tale motivo quel popolo sta pagando un prezzo enorme: le prove raccolte da organismi internazionali non governativi così come dagli Usa, per fare un esempio, sull’uso delle armi chimiche e altre atrocità sono schiaccianti. Quindi come volontario, come italiano e siriano le dico: nessuno sconto a chi stringe rapporti con i terroristi e nessuno sconto al feroce assassino Assad. Solidarietà invece al popolo siriano che è insorto e si è ribellato contro una dittatura fondata sul terrore e sulla negazione dei più elementari canoni di democrazia e di umanità. Vorrei ricordarle che non a caso Assad è molto amato dalle frange antisemite e fasciste di molti paesi europei: ci sarà una spiegazione.
Avete portato decine di ambulanze in Siria nelle zone che non sono sotto il controllo governativo. Per entrare in queste aree quali gruppi ribelli hanno garantito la vostra sicurezza e la consegna delle ambulanze?
Per entrare nelle aree dove abbiamo consegnato le ambulanze ci siamo rivolti alle associazioni mediche e di beneficenza operative. Queste associazioni hanno permesso la consegna agli ospedali e ai punti medici. Questo è ciò che accade in ogni teatro di guerra e tutte le organizzazioni umanitarie seguono questo protocollo, con grandi rischi personali naturalmente. Ma o si opera così o si lasciano morire di stenti e di malattie migliaia di persone innocenti. Aggiungo però che se mai mi fossi trovato costretto a dover trattare con i terroristi dell’Isis o di Al Nusra per consegnare gli aiuti allora avrei preferito tornare indietro.
Spesso nel conflitto in Siria le ambulanze sono state utilizzate da ambo le parti per trasportare combattenti sia feriti che in armi per evitare di venire colpiti. Potete escludere che le vostre ambulanze non siano state usate anche dai ribelli?
Le ambulanze sono state tutte consegnate agli ospedali e ai punti di soccorso ovviamente per assistere ammalati, feriti, donne partorienti. Ma come accade in tutti i teatri di guerra la popolazione civile è preda dei violenti. Noi in Occidente ad esempio sappiamo che il regime di Assad bombarda sistematicamente scuole ed ospedali ma come potremmo solo per questo smettere di aiutare chi è sotto le bombe? Voglio augurarmi che nemmeno una delle autoambulanze consegnate sia stata usata per fini diversi dal soccorso della popolazione civile.
I kit di pronto soccorso ed i medicinali che avete donato in Siria sono stati utilizzati solo dai civili o anche dalle forze ribelli?
Vale lo stesso discorso fatto per le ambulanze: kit e medicinali sono stati consegnati agli ospedali e sono certo che essi sono stati usati per la popolazione civile. Naturalmente, come sanno tutte le organizzazioni umanitarie che operano nei teatri di guerra, non si può mai escludere che soggetti di una delle parti possa beneficiarne, ma questo non deve per nessun motivo frenare l’opera di soccorso verso i civili che è doverosa. Ogni sforzo delle organizzazioni umanitarie è sempre destinato alla popolazione civile, ai bambini, a tutti quegli innocenti senza difese. Sono certo che la storia renderà onore al sacrificio del popolo siriano.
Fatta anzitutto la doverosa condanna del terrorismo dell’Isis e di Al Nusra, mi auguro che possa giungere presto il tempo in cui sarà possibile raccontare al mondo in ogni dettaglio di quali crimini si è macchiato Assad e il suo apparato di carnefici.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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