Guerra in Ucraina

L'esplosione poi il crollo: in fiamme il ponte della Crimea. Kiev: "È l'inizio"

Un camion è esploso mentre transitava, nella sezione ferroviaria del viadotto, un treno forse carico di combustibile: la deflagrazione e l'incendio hanno causato gravi danni al ponte

L'esplosione poi il crollo: in fiamme il ponte della Crimea. Kiev: "È l'inizio"

Il ponte sullo stretto di Kerch è stato danneggiato da una violenta esplosione che ha provocato il crollo di almeno due campate. Uno degli scenari più temuti dai russi dall'inizio della guerra, si è quindi verificato. Il viadotto per Mosca rappresenta il cordone che lega la Crimea al suo territorio. Una struttura quindi strategica sia a livello logistico che simbolico e politico.

Per questo il Cremlino ha sempre messo in guardia contro un possibile danneggiamento. Ma per gli ucraini, il ponte altro non è che il simbolo dell'occupazione. La Crimea infatti, annessa da Mosca nel marzo del 2014, è rivendicata da Kiev e considera la penisola come la prima regione strappata illegalmente dai russi dal proprio controllo.

Con l'esplosione delle scorse ore, adesso è ancora più concreto il rischio di un'escalation anche al di fuori dei confini del Donbass. I russi intanto hanno apertamente parlato di sabotaggio, puntando il dito proprio contro gli ucraini.

L'importanza strategica del ponte di Kerch

La Crimea è una penisola i cui unici collegamenti terrestri sono con la regione di Kherson, non a caso contesa tra russi e ucraini in questi mesi di guerra. Dal lato opposto il suo territorio si prolunga sul Mar Nero e arriva a sfiorare il continente russo. É qui che si crea uno stretto da sempre strategico a livello politico e militare. Proprio qui infatti Crimea e Russia si guardano da vicino e il Mar Nero diventa Mar d'Azov.

Quando nel 2014 Mosca ha annesso la penisola, i collegamenti con il continente erano soltanto via mare. Dall'altro lato infatti c'erano i "nuovi" confini con l'Ucraina ed era impensabile arrivare via terra da Kherson. Si è quindi avviata la costruzione di un ponte lungo lo stretto di Kerch, inaugurato poi tra il 2018 e il 2019. Un'opera lunga 19 km che in tempo di pace ha garantito a Mosca il diretto collegamento con la Crimea. Da quando è iniziata la guerra però la struttura è stata sotto costante monitoraggio.

Cosa è successo nelle scorse ore

Gli abitanti della penisola di Taman, l'ultimo lembo di terra del continente russo prima dello stretto di Kerch, all'alba hanno avvertito un forte boato. Il pensiero è andato subito al ponte. E in effetti, poco dopo, del fumo denso si è visto alzarsi in direzione del viadotto. Qualcosa di grave quindi era successo.

La prima ipotesi ha riguardato un bombardamento missilistico. Tuttavia nei magazzini ucraini non ci sarebbero, stando alle stime dei servizi di intelligence, missili con una gittata tale da arrivare a colpire l'area. E quindi l'idea di un raid da parte di Kiev è stata quasi subito scartata o comunque tenuta poco in considerazione.

Ha quindi preso il sopravvento l'ipotesi del sabotaggio. Questo perché dalle prime immagini è emerso come il ponte sia stato effettivamente danneggiato da un'esplosione non afferente a un bombardamento. In particolare, già nei primi video circolati sul web si notava la presenza di un treno in fiamme lungo la sezione ferroviaria. In corrispondenza dei vagoni incendiati, almeno due campate della sezione riservata alle auto erano crollate.

Le autorità russe hanno apertamente parlato di sabotaggio. “Oggi alle 06:07 sulla parte automobilistica del ponte di Crimea dal lato della penisola di Taman – si legge in una nota del comitato nazionale antiterrorismo di Mosca – un camion è stato fatto esplodere, provocando un incendio su sette serbatoi di carburante di un treno che si muoveva in direzione della penisola di Crimea. C'era un crollo parziale di due campate automobilistiche del ponte”.

In un video delle telecamere di sorveglianza, diffuso successivamente, si è notato l'esatto momento dell'esplosione. Si vede, in particolare, un camion transitare saltare in area e l'esplosione è arrivata a coinvolgere la sezione ferroviaria da cui passavano alcuni vagoni. L'esplosione e l'incendio hanno quindi provocato i danneggiamenti.

Mosca accusa gli ucriaini, Kiev: "Questo è l'inizio"

Dal Cremlino hanno fatto sapere che il presidente russo Vladimir Putin sta seguendo in prima persona la vicenda. In contatto con le autorità locali, si stanno predisponendo tutti gli atti per permettere, in primo luogo, il superamento delle difficoltà logistiche. Il ponte infatti è stato chiuso sia al traffico veicolare che ferroviario. La Crimea è raggiungibile solo via mare e sono stati predisposti più traghetti per collegare Taman con Kerch. Appare chiaro però che il governo russo sta seguendo ancora più da vicino gli aspetti politici e militari legati al sabotaggio.

Anche se da Mosca non sono emerse importanti dichiarazioni in tal senso, le autorità locali però hanno già puntato il dito contro i presunti responsabili. In particolare, il governatore dell'assemblea regionale della Crimea, Vladimir Konstantinov, ha accusato "teppisti ucraini". Si tratta della prima accusa ufficiale da parte di un'autorità russa.

Da Kiev non sono arrivate rivendicazioni. Ma è stata espressa comunque soddisfazione per l'accaduto. "Crimea, il ponte, l'inizio - ha scritto Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino Zelensky - Tutto ciò che è illegale deve essere distrutto, tutto ciò che è stato rubato deve essere restituito all'Ucraina, tutto ciò che appartiene all'occupazione russa deve essere espulso".

A fargli eco è stato il consigliere del ministro degli Affari interni dell'Ucraina, Vadym Denysenko.

"I danni inflitti da un'esplosione al ponte di Crimea sono un grande vantaggio per tutti gli ucraini - ha dichiarato alle tv locali - poichè complicano per i russi le forniture di cibo, carburante e armi alla penisola occupata e alla regione di Kherson".

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