"Voglio essere un uccellino e cagare su tutti i passaporti, perché tutti gli uccellini sono liberi." Ci si perdoni la parolaccia, ma è una citazione.
Citazione che proviene da un gruppo di attivisti pro-migranti, che da anni aiutano i disperati di mezzo mondo ad introdursi in Europa. È nella polvere di Idomeni, al confine tra Grecia e Macedonia, che troviamo un foglietto in arabo abbandonato da qualche migrante prima di varcare la frontiera. Indicazioni pratiche su come ottenere più facilmente l'asilo, contatti di ambasciate e ong a cui rivolgersi in caso di necessità.
In calce, un indirizzo greco che rimanda a Mitilini, principale città dell'isola di Lesbo: uno degli hub delle migrazioni che passano per la Turchia e proseguono verso l'Europa settentrionale. Un po' di ricerche e si risale velocemente al sito www.w2eu.info, esplicitamente dedicato al "benvenuto in Europa" per chi viene da fuori.
Il sito è attivo da almeno tre anni e fornisce informazioni e consigli utili in diverse lingue (inglese, francese, arabo e farsi), producendo guide cartacee molto diffuse tra i profughi. Spulciando alcuni di questi documenti però, abbiamo scoperto che il confine tra legalità e illegalità sembra essere molto labile.
A fianco di encomiabili istruzioni per la sicurezza in mare vi sono anche consigli su come superare i colloqui per la richiesta d'asilo e su come comportarsi dopo aver fornito false generalità alla polizia. Tra i contatti forniti vi sono quelli di associazioni, basate in Grecia legate alle comunità pachistane, egiziane, etiopi, sudanese, somale, bengalesi... Una pletora di nazionalità che conferma come per la rotta balcanica non passino solo richiedenti asilo con buone probabilità di ottenerlo, ma disperati d'ogni sorta in cerca di fortuna in Europa.
Al primo sito ne è collegato un secondo, bordermonitoring.eu, una sorta di piattaforma continentale di attivisti e ricercatori impegnati per abbattere i confini e facilitare in ogni modo l'ingresso dei migranti nel territorio dell'Unione. Grande guru di questa operazione parebbe il matematico e antropologo culturale germanofono Bernd Kasparek. Un passato nell'organizzazione culturale dei Verdi austriaci, Kasparek è attivissimo nella produzione di report e articoli di denuncia sulle condizioni dei migranti e sui presunti soprusi delle polizie e dei governi di mezza Europa.
Con basi in Germania, Ungheria e Grecia, la sua rete estende la propria attività in sempre più capitali europee. Continuando ad aiutare senza sosta i migranti che vogliono entrare in Europa. Legalmente o no, poco importa.
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