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Dictator Alert, una app per scovare i viaggi dei leader più discussi

Emmanuel Freudenthal e François Pilet sono due giornalisti che gestiscono il bot Twitter "Dictator Alert": ecco come riescono a risalire ai viaggi di dittatori e personaggi discussi in Europa

Dictator Alert, una app per scovare i viaggi dei leader più discussi

Osservare cosa accade nei cieli d’Europa rende spesso possibile rintracciare movimenti in grado di spiegare meglio il corso dell’attualità e della nostra epoca. È partendo da questo principio che alcuni anni fa due giornalisti, il tedesco Emmanuel Freudenthal ed il francese François Pilet, hanno fondato Dictator Alert: si tratta di un canale Twitter all’interno del quale vengono segnati i movimenti più sospetti di quegli aerei individuati come appartenenti a dittatori o leader di regimi autoritari.

L’obiettivo dei due cronisti è quello di rintracciare, analizzando i dati del frenetico ed intasato traffico aereo, le attività dei politici più discussi. I loro voli, i loro spostamenti, i loro tragitti, tutto può tornare utile per svelare al mondo cosa fanno i dittatori ed in che modo i loro governi causano danni al popolo.

Ad esempio, da alcuni mesi a questa parte il leader camerunense Paul Biya, al potere dal 1982, non si reca più tante volte in Europa come un tempo. E questo non solo per gli acciacchi dovuti alla sua veneranda età di 86 anni.

Tutto risale a uno scoop effettuato proprio dal duo Freudenthal – Pilet: su Dictator Alert, che è un bot Twitter, tra il 2018 ed il 2019 sono stati segnalati diversi spostamenti di Biya a Ginevra. Da qui è partita poi l’indagine giornalistica dei due reporter, i quali scoprono che il presidente camerunense si recava spesso in Svizzera, trascorrendo a volte mesi interi all’interno di alberghi lussuosi. Si parla di strutture ricettive da 40.000 dollari a notte: tutto ovviamente pagato con soldi pubblici di un paese al collasso economico.

La stampa camerunense ha accusato Freudenthal e Pilet di attuare una campagna diffamatoria contro Biya, che ha avuto anche l'effetto di provocare proteste di camerunensi emigrati proprio a Ginevra nello scorso mese di giugno, quando è stato scoperto un nuovo viaggio in Svizzera del presidente. Da quel momento, Biya preferisce rimanere più tempo nei suoi uffici di Yaoundé.

A spiegare come si è arrivati a questo scoop, uno dei tanti del genere, è lo stesso Emmanuel Freudenthal in un seminario chiamato “Citizens of Evidence” organizzato dall’associazione tedesca Disruption Network Lab. L’incontro, a cui prendono parte decine di giovani reporter, si svolge in una località non certamente casuale. Il luogo scelto è infatti quello dell’ex aeroporto berlinese di Tempelhof, un vero e proprio tempio dell’aviazione: qui è nata la Lufthansa nel 1926, qui il governo nazista fece costruire uno degli scali aeroportuali più grandi dell’epoca e, sempre qui, ha avuto luogo il ponte aereo attuato tra il 1948 ed il 1949 per portare i rifornimenti a Berlino Ovest.

Tempelhof è stato dismesso nel 2008 e nei giorni scorsi, lungo le ex piste dell’aeroporto, oggi inglobate all’interno di uno dei parchi urbani più grandi della Germania, è stato possibile notare molti ragazzi con un pc in mano intenti ad esaminare alcuni dati registrati da piccole chiavette Usb corredate da due antenne. È così che è iniziato il seminario. Emmanuel Freudenthal ha mostrato ai ragazzi come intercettare i dati e poi metterli a confronto con altri elementi per vedere se aerei sospetti passano sopra le proprie teste.

Con la chiavetta Usb si ottiene il numero del volo aereo, la sua posizione e la sua altitudine. Successivamente, i dati vengono intrecciati con quelli forniti da Ads-b Exchange, un sito che a differenza dei più comuni Flightaware o Flightradar24 mostra le traiettorie anche dei voli militari o degli aerei che sfuggono alle mappe radar più accessibili. Se i dati coincidono con almeno uno dei circa 200 velivoli “sospetti”, allora probabilmente si è in presenza di un aereo con a bordo un leader discusso, un generale di un esercito in guerra oppure personaggi attivi nel mondo del contrabbando o del riciclaggio di fondi sporchi.

La lista di aerei sospetti è stata assemblata nel corso degli anni grazie ad indagini giornalistiche e a riscontri poi ottenuti a seguito di alcuni reportage. Il lavoro di Freudenthal consiste proprio in questo. Solo che, a differenza dei ragazzi che partecipano alla dimostrazione durante il seminario di Berlino, a rilevare i dati ci pensa direttamente un’antenna posta nei pressi dell’aeroporto di Ginevra.

Se tali dati coincidono con uno degli aerei della lista dei mezzi sospetti, allora il bot Dictator Alert lo twitta rendendo pubbliche le generalità del volo in questione. Poi i giornalisti entrano in scena con le loro inchieste, riuscendo a svelare le attività più nascoste dei soggetti a bordo degli aerei sospetti. È in questa maniera che salta fuori la storia di Biya e dei suoi lussuosi viaggi in Svizzera. Allo stesso modo, viene svelato come il vice presidente della Guinea, Teodor Nguema Obiane Mangue, a Ginevra nasconde undici auto di lusso. Da qui nasce un’indagine della magistratura elvetica, la quale indaga il rappresentante guineano per riciclaggio.

Nel 2016 il Dipartimento di Giustizia Usa non ha fatto mistero di “sbirciare” i dati twittati da Dictator Alert per avviare alcune inchieste per presunta corruzione.

E adesso, come si legge su Repubblica, la sfida più importante per Freudenthal e Pilet è quella di creare una rete di monitoraggio globale in grado di non esaminare più soltanto i dati rilevati a Ginevra.

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