L’analisi comportamentale è uno strumento tattico utilizzato in Israele e negli Stati Uniti (in forma minore e con profonde differenze) per individuare possibili atteggiamenti sospetti negli aeroporti. E’ concepita come metodologia preventiva, analizzando le caratteristiche uniche comportamentali delle persone coinvolte in un'attività potenzialmente illegale. L’analisi comportamentale è utilizzata per colmare l'approccio standard della sicurezza aeroportuale che si basa sulla rilevazione degli elementi vietati e non sulle persone che li trasportano. E’ quindi una metodologia proattiva che aumenta la deterrenza. La profilazione dell'utente ed il marketing comportamentale, ad esempio, sono utilizzati dalle aziende quando pubblicizzano i loro prodotti. La profilazione è utilizzata per scegliere con cura le parole in un discorso. La profilazione non cattura i terroristi, tuttavia il comportamento riflette la personalità e trasmette informazioni particolari e potenzialmente nocive. Da rilevare che gli esseri umani sono versatili e nessuno potrà mai predire con precisione assoluta l’azione futura.
La sicurezza in un aeroporto X
Negli aeroporti sono solitamente indicate tre zone. Quella destinate alle attività di volo, con aerei e strutture logistiche, rientrano nella zona definita airside. Per raggiungere quest’ultima bisogna superare i perimetri della zona landside, strutture di terra all’interno dell’aeroporto. Le landside hanno il compito di filtrare i passeggeri nelle zone definite sterili. Le tre micro-aree, rientrano nella macro area che corrisponde all’aeroporto intesa come struttura principale. La altre aree, come il parcheggio della zona arrivi o partenze, solitamente non sono schermate. In alcuni casi è presente una rete di telecamere, ma le difese proattive sono solitamente collocate soltanto nelle micro aree. La vulnerabilità delle aree di arrivo e partenza è un dato di fatto, ma non è l’unico problema alla sicurezza. Il principale ostacolo è intercettare la minaccia prima che possa raggiungere i terminal, anche se una volta raggiunto l’aeroporto potrebbe essere troppo tardi per fermare un attacco. Si pone, quindi, il dilemma del tipo di sistema di protezione (e le sue pertinenze), che dovrebbe essere adottato sia per intercettare preventivamente una minaccia che per contrastarla una volta attivata. Procedure che andrebbero gestite in modo non prevedibile, ottimizzando le tecniche di analisi comportamentale. Posto che l’attentato non è geno-specifico, si dovrebbero attuare delle analisi comportamentali indicative di una particolare atteggiamento, sintomo predittivo di un’azione dannosa. Questo da solo non servirebbe se non venisse inserito in una combinazione di misure a più livelli. Non avrebbe alcun senso, infatti, potenziare i controlli ad un parcheggio di un aeroporto (che diventerebbero di riflesso bersagli) e non creare dei punti di controllo nelle aree pubbliche per i terminal, come i treni ad esempio, ed unità cinofile schierate in svariati punti. Il primo nemico dei terroristi è proprio il cane addestrato: sia per le sue capacità olfattive che per le loro reazioni non prevedibili. Un liquido non è una minaccia. La persona è la minaccia.
Aeroporto di Tel Aviv Ben Gurion, Israele
Tutti i veicoli in entrata sono controllati con un sensore di peso, raggi x e scansione, mentre le guardie armate scambiano qualche parola con gli occupanti per valutare umore ed intenzioni protetti a distanza dai cecchini. Le unità cinofile sono ovunque. Squadre armate pattugliano l’intero perimetro esterno con sistemi ridondanti di videosorveglianza occultati. Nell’asset Counter-IED svariati robot. Se qualcuno entra con atteggiamento sospetto, viene subito avvicinato ed impegnato in una conversazione. La sicurezza dei passeggeri è concepita come una serie di cerchi concentrici. Tutti i bagagli in stiva passano da una camera di pressione per attivare eventuali dispositivi esplosivi. Le recinzioni intorno al perimetro dell'aeroporto sono pattugliati da soldati e monitorati con telecamere e sistemi radar. Il livello di accuratezza nel rilevare terroristi qualificati non è noto. Il successo della forza di sicurezza israeliana all'aeroporto di Ben Gurion di Tel Aviv è spesso associato esclusivamente al profilo comportamentale adottato. Tuttavia, lo straordinario successo degli israeliani, è il risultato di 30 anni di esercitazioni intensive e ricerche obbligatorie per ogni passeggero. L’unico dato certo è che il 100% dei passeggeri in partenza da Ben Gurion è intervistato e sottoposto a screening. Ai turisti si consiglia di giungere in aeroporto almeno tre ore prima dell’orario di imbarco. Perdere il volo a causa dei controlli di sicurezza non è un problema che riguarda l’esercito nè le autorità aeroportuali che non si scusano mai. Nessuna difesa è infallibile, ma i protocolli di Ben Gurion si dimostrano estremamente efficaci nel prevenire gli attacchi terroristici.
La scienza comportamentale: vantaggi e rischi
E’ la combinazioni di più fattori (misure di sicurezza) ad aumentare la probabilità di successo nel predire, intercettare o neutralizzare una possibile azione criminale. Da rilevare che la percezione è intrinsecamente soggettiva: l'inganno o il malinteso non saranno mai rilevati in modo assoluto, soprattutto in un ambiente non strutturato come un'area di screening aeroportuale. Tuttavia, ogni tipo di misura di sicurezza è basata sull’intelligence. Approfondiamo il concetto: è la consapevolezza della situazione, lo studio delle precedenti ed attuali minacce e la loro possibile evoluzione in quel particolare contesto, a suggerire una risposta i termini di sicurezza. E’ l’intelligence a stabilire il livello di sicurezza necessario e prevedere il grado di risposta opportuna, poiché proprio quest’ultima (se efficace) potrebbe salvare delle vite. E’ quindi la percentuale del binomio sicurezza-risposta ad essere determinante in un contesto x contro una minaccia y. Lo studio delle espressioni del viso risale agli anni ’60 in base al principio che all’emozione umana corrisponde un particolare tipo di atteggiamento o movimento muscolare involontario. Il Sistema di codifica delle azioni facciali cataloga le espressioni significative. E’ l’intuizione dell’ufficiale israeliano a consentire il riconoscimento dell'evento, identificando gli indicatori unici delle matrici anche nei terroristi che hanno ricevuto un particolare tipo di addestramento comportamentale. Per il riconoscimento iniziale, i sistemi di sicurezza israeliani valutano una serie di eventi per giungere ad una conclusione primaria. Indossano un caldo cappotto in una giornata calda? Sono sudati o nervosi quando si recano al checkpoint di sicurezza dell'aeroporto? Fanno segnali ad altri persone? Quando un elenco di comportamenti specificati viene identificato, il sistema riconosce una potenziale minaccia. E’ quello che avviene anche nel mondo finanziario. I computer bancari valutano una progressione delle transazioni per attivare un allarme per un evento sospetto o fraudolento. Così la mente umana riconosce modelli su larga scala. Il riconoscimento delle varie combinazioni, gestisce le gerarchie del significato in presenza di eventi multipli.
Capire gli eventi è l'essenza del pensiero: l’intervista
La lingua non è in grado di esprimere la propria espressione. Le parole devono essere separate per la comprensione. E’ come nei libri: ci sono frasi, paragrafi e capitoli. La mente riconosce questi simboli in pacchetti dimensionati nel tempo. Ogni frase ha una lunghezza accettabile, i simboli rappresentano delle sequenze di riconoscimento, le combinazioni delle parole distinte hanno significati contestuali diversi, ma specifici. I segmenti sequenziali contengono quindi tutte le informazioni necessarie (oggetti, eventi, relazioni statiche e dinamiche) per riconoscere l’intero significato finale. La sequenza è determinante, così come le sottigliezze del cambiamento grammaticale. Il riconoscimento di questi gruppi avviene in pacchetti sequenziali dimensionati in tempi stabiliti. Una frase media della durata standard di dieci-quindici, è necessaria per essere associata dalla mente ad un evento singolo o multiplo. I passeggeri in partenza da Ben Gurion scambiano qualche parola con il personale di sicurezza altamente qualificato prima di arrivare al banco del check-in (circa 30/45 secondi) con supporto digitale occultato. Ogni passeggero è scansionato su una base di possibili indicatori comportamentali. Se percepiti dagli ufficiali comportamentali, si procede all’ispezione ed all’interrogatorio. La profilazione comportamentale si basa sulle micro-espressioni: movimenti facciali involontari che sembrano apparire, nonostante gli sforzi per nasconderli. Gli ufficiali del comportamento israeliani, cercano tali micro-espressioni durante la scansione dei volti dei passeggeri o mentre effettuano una conversazione casuale con loro (che email ha? Che numero di camera aveva in albergo? Come si chiamano i suoi figli? dove abitava suo padre? il nome di sua madre da nubile etc…etc…). L'aeroporto di Ben Gurion non appalta la propria sicurezza a società private: il personale specializzato proviene esclusivamente dall'esercito. Soltanto chi possiede un quoziente intellettivo sopra la media può aspirare a diventare un ufficiale comportamentale.
Applicare il modello israeliano in Occidente
Alcune compagnie aeree hanno impiegato compagnie di sicurezza, spesso gestite da israeliani, che utilizzano metodi simili, ma a livello nazionale le democrazie occidentali non sarebbero disposte a fronteggiare le critiche che l’adozione di un tale sistema di screening comporterebbe. Israele non si pone queste domande poiché la priorità è la sicurezza. I dodici strati di sicurezza di Ben Gurion sarebbero inapplicabili in Occidente poiché strutturati per un sistema unico nel suo genere (cosi come Israele). Le dimensioni ad esempio. Ben Gurion è l'unico aeroporto internazionale di Israele, relativamente piccolo per gli standard europei: tutti gli sforzi sono quindi concentrati su una sola struttura. Ma al di là delle contromisure adottate, la differenza sostanziale resta la mentalità sulla sicurezza. Il viaggiatore occidentale non sarebbe disposto a tollerare il tempo necessario per essere profilato. Nelle indagini di mercato delle compagnie aeree ad esempio, il livello di soddisfazione dei passeggeri è calcolato anche in base al tempo trascorso durante i controlli. Questione dove non esiste dibattito in Israele. Negli Stati Uniti, la TSA ha adottato un programma di profilazione dal 2007, ma è stato oggetto di attacchi in quanto ritenuto lesivo per i diritti civili dei passeggeri. La soluzione trovata è stata quella di ridurre i funzionari comportamentali. L'Europa non copierà mai ogni aspetto dell'approccio di Israele alla sicurezza dell'aviazione. Tuttavia inizia a serpeggiare la necessità di adottare ulteriori screening per individuare nel più breve tempo possibile una minaccia.
Ancora oggi, nella maggior parte degli aeroporti occidentali, il primo ed unico screening del passeggero avviene al check in, quindi con soggetto già dentro la struttura. In Israele il primo screening di sicurezza è a svariati chilometri di distanza.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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