Ecco chi ha ordinato la strage di Tunisi

Nel mirino degli 007 lo sceicco al Faqih che guida le cellule filo Isis tunisine. Nei giorni scorsi annunciò l'attentato . Sostieni il reportage

Ecco chi ha ordinato la strage di Tunisi

Chi c'è realmente dietro al commando di terroristi islamici che, dopo aver attaccato il parlamento tunisino, ha fatto una carneficina al Museo del Bardo? Per il momento i servizi di intelligence sono ancora al lavoro per far luce su cosa sia realmente accaduto ieri. L'Isis ha già rivendicato la strage. E su questa pista gli 007 di mezzo mondo sta lavorando.

Numeri di cellulare, tabulati, contatti. I servizi segreti tunisini hanno già condiviso con le principali forze di intelligence d'Europa le prime informazioni utili a ricostruire ogni collegamento tra la cellula che ha compiuto la strage al Museo del Bardo e altri gruppi jihadisti nel Nord Africa. Per il momento l'ipotesi più accreditata è che l’azione sia stata "ordinata e telecomandata" dallo Stato islamico. Il legame con i miliziani del califfo Abu Bakr al Baghdadi vanno ricercati nella regione di Kasserine, al confine con l’Algeria, dove da settimane l'esercito tunisino combatte duramente. Qui i gruppi che simpatizzano con l'Isis fanno riferimento allo sceicco Wanas al Faqih. Subito dopo la strage al Bardo, su internet ha iniziato a girare un video registrato un paio di giorni fa in cui minacciava attentati in tutta la Tunisia. Un coincidenza? Può essere. Come una coincidenza può essere considerato il fatto che Jabeur Khachnaoui, uno dei terroristi uccisi, venisse proprio della regione di Kasserine.

Ancora l'Isis, dunque. Secondo gli analisti dell'intelligence sentiti dall'Huffington Post, l'attacco in Tunisia andrebbe letto come una mera operazione d'immagine. "I rovesci militari del Califfato in Siria e Iraq e l’operazione di contenimento della filiale aperta in franchising sui resti dello stato libico polverizzato in più governi legittimi e illegittimi e tribù varie - spiega Andrea Purgatori - avrebbero costretto l’Isis a scatenare le cellule nel Maghreb e in Europa per mostrare i denti all’Occidente e ai santuari del cosiddetto islam moderato". Va, tuttavia, fatto notare che il commando armato non avevano i turisti come obiettivo. Almeno, non inizialmente. Se la ricostruzione fortina dal governo tunisico è corretta, l'obiettivo era il parlamento dove si stava discutendo la legge antiterrorismo. Il ché ricorda da vicino gli "errori" grossolani fatti a Parigi Amedy Coulibaly aveva programmato di attaccare una scuola prima di ripiegare sul supermercato kosher di Porte de Vincennes. Con una certezza, però.

Al di là dell'obiettivo, la strage di Tunisi contribuiscce a destabilizzare l'intero Nord Africa riaccendendo l'allarme in tutta Europa.

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