Egitto, condannato a morte l'ex presidente Morsi

Condannato per aver pianificato l'evasione di massa da un carcere. Nel processo per spionaggio pro Hamas pena capitale convertita in ergastolo

Egitto, condannato a morte l'ex presidente Morsi

La Corte penale del Cairo ha confermato la condanna a morte per impiccagione dell’ex presidente egiziano Mohamed Morsi: è stato ritenuto responsabile di aver pianificato l’evasione dal carcere dei vertici dei Fratelli musulmani nel 2011 e le aggressioni alle forze dell’ordine durante la "Primavera araba" in Egitto. La sentenza arriva dopo che i giudici avevano chiesto il parere il Gran Muftì, interprete della "legge islamica" e con un ruolo di consulenza per il governo. Il parere è segreto e non vincolante, ma per essere esecutiva la sentenza deve passare al suo vaglio.

La vicenda riguarda la fuga di massa dal carcere di Wadi Natroun avvenuta nel gennaio 2011, per la quale sono finiti sotto processo 130 imputati (molti sono latitanti), tra i quali Morsi. Le accuse sono danneggiamento e incendio alla prigione, omicidio, tentato omicidio, saccheggio del deposito di armi del carcere, liberazione di prigionieri. Secondo la procura tra i detenuti evasi con l’aiuto dei militanti dei Fratelli Musulmani si contano altri esponenti della Fratellanza e membri di Hamas e di Hezbollah, oltre a jihadisti e criminali comuni. L’operazione sarebbe avvenuta con l’aiuto di esponenti di Hamas arrivati da Gaza, che usarono lanciarazzi e altre armi per fare irruzione nel carcere, uccidendo alcuni poliziotti e prendendone in ostaggio altri quattro. Per queste accuse, Morsi e altri 105 imputati erano già stati condannati a morte il 16 maggio scorso. Poi è arrivato il via libera del Gran Mufti.

Poco prima in un altro processo i giudici hanno convertito in ergastolo la pena capitale contro Morsi per il reato di spionaggio. Morsi era accusato di aver collaborato con Hamas, hezbollah libanesi e pasdaran iraniani per compiere attentati. Con lui condannata anche la Guida suprema della Confraternita musulmana, Mohamed Badie, e altri 15 imputati. Badie, imputato in oltre 40 processi, è già stato condannato all’ergastolo in altri tre casi e a morte in due. Nessuno dei verdetti per ora è definitivo. In aula diversi imputati hanno accolto la sentenza mostrando il "rabaa", le quattro dita della mano simbolo della violenta repressione della protesta contro la deposizione di Morsi avvenuta nel 2013.

La protesta della Turchia

"Non c'è legge, non c'è giustizia nella condanna a morte nei confronti dell'ex presidente Morsi - tuona il ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu - non siamo sorpresi di vedere

un simile verdetto politico da parte di un regime come quello". Poco prima della sentenza il premier dimissionario turco, Ahmet Davutoglu, aveva detto che il caso di Morsi "è un test per l’Occidente, vedremo come reagirà".

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