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Esce il libro di Michelle Obama, ma per ascoltarla si paga

Michelle Obama si prepara al tour per la sua autobiografia, ma per assistere alla presentazioni si può arrivare a spendere quasi 3mila dollari. Gli americani, intanto, si preparano alle elezioni di medio termine

Esce il libro di Michelle Obama, ma per ascoltarla si paga

Michelle Obama non si candiderà alle presidenziali del 2020. La sua indisponibilità è nota. Eppure l'attenzione mediatica riservata alla pubblicazione della sua autobiografia è degna di un presidente degli Stati Uniti d'America.

"Becoming, la mia storia" si potrà acquistare anche nelle librerie del Belpaese a partire dal 13 novembre, quando già si conosceranno i risultati delle elezioni di medio termine. Quelle che Barack Obama ha definito le "più importanti" della sua vita. Si saprà, quindi, se Donald Trump potrà ancora contare su una maggioranza parlamentare. Dal 7 novembe, comunque vada, in casa democratica si discuterà di primarie: la competizione interna deputata a selezionare lo sfidante del Tycoon alle presidenziali del 2020. Lo sfidante o la sfidante, s'intende. Michelle Obama, lo ha ribadito lei stessa in più circostanze, non ne vuole sapere di scendere in campo: "Tutto va bene finché non ti candidi, poi il gioco si fa davvero duro", ha ammesso nel 2017.

Mentre gli asinelli inizieranno a guardarsi attorno per individuare una personalità in grado di operare una sintesi tra le istanze degli elettori, Michelle sarà in tour, al fine di presentare la sua autobiografia. Partecipare, però, non è gratuito: si deve mettere in conto una spesa che va dai 129 dollari di base a un massimo di 500 verdoni. Per acquistare i biglietti esiste un sito ad hoc. Chi volesse farsi fotografare accanto all'ex first lady e ricevere una copia autografata dall'autrice, dovrà sborsare fino a 2750 dollari. Lo ha segnalato anche IoDonna.

Cristopher Lasch, sociologo statunitese in grado di prevedere la ribellione elettorale del popolo nei confronti della cosiddetta establishment, almeno di quella americana, ormai alienatasi rispetto alle esigenze materiali di buona parte della cittadinanza, aveva segnalato pure le conseguenze di questa spettacolarizzazione (a pagamento) della politica: "La 'fuga dalla politica', come viene definita dall'élite dirigenziale e politica, può essere un segno che rivela la crescente riluttanza delle persone a partecipare al sistema politico nelle vesti di consumatori di spettacoli prefabbricati. Può non denotare affatto, in altre parole, un ritiro dalla politica, ma annunciare le fasi iniziali di una rivolta politica generale". Chi non fa parte del "pubblico ammaestrato", insomma, ha iniziato a manifestare il suo dissenso attraverso la cabina elettorale.

Qualcuno si ricorderà degli 850 euro del "ticket vip platinum" necessari per ascoltare Barack Obama a Milano. Sembrerebbe quasi che i democratici non riescano ad abbandonare quest'usanza della biglietteria.

Chissà se gli elettori americani, tra un paio di giorni, si permetteranno il lusso di staccare un secondo ticket per assistere al meno beatificato, ma più pragmatico, kolossal targato Donald Trump.

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