"È Sessista". E le femministe fanno causa a Miss Francia

L'associazione parigina Osez le féminisme (Olf) ritiene che i criteri di selezione per le candidature a Miss France siano "sessisti" e violino il diritto al lavoro. Ora tocca ai giudici

"È Sessista". E le femministe fanno causa a Miss Francia

L'Osez le féminisme (Olf), associazione femminista con sede a Parigi, ha deciso di presentare una denuncia nei confronti della società Endemol e del concorso Miss France per discriminazione nella procedura di assunzione e per violazione della legislazione sul lavoro. Come riporta Le Monde, quotidiano della sinistra gauche francese, appelli e mobilitazioni contro una kermesse considerata da sempre dalle femministe "sessista" e "retrogada" non bastavano più, occorreva fare uno step ulteriore e tirare in ballo la giustizia. Accompagnata da tre querelanti (che preferiscono rimanere anonime), l'organizzazione femminista ha dunque deciso di intraprendere un'azione legale contro il concorso e, in particolare, contro la Endemol Productions, la società che organizza il manifestazione e il programma in onda ogni anno su TF1.

La causa delle femministe contro Miss France

"Possiamo protestare ogni anno contro questa competizione che trasmette valori sessisti, nulla cambia mai" spiega Alyssa Ahrabare, presidente dell'associazione femminista. "Poiché questo sforzo di sensibilizzazione non era più sufficiente, abbiamo deciso di utilizzare la legge per promuovere la causa delle donne". Secondo Olf, la partecipazione al famoso concorso di bellezza equivarrebbe a fornire un servizio di lavoro ma i regolamenti imposti da Miss France includerebbero clausole discriminatorie. Dal punto di vista delle ricorrenti, il rapporto contrattuale comincerebbe con la sottoscrizione del modulo di partecipazione agli spettacoli a livello locale, dove le giovani donne concorrono per vincere le selezioni che consentono loro di rappresentare la propria regione al livello nazionale (un po' come accade con Miss Italia).

Da questa fase in poi, le aspiranti reginette devono dedicare il loro tempo "estraneo alla vita privata" per prestarsi a prove e spettacoli che, infine, li porteranno alla realizzazione di uno "spettacolo di valore economico". Secondo l'associazione femminista vi sarebbe un effettivo rapporto lavorativo. Il tentativo è chiaro: impiegare un cavillo legale per scardinare il meccanissmo stesso del concorso di bellezza. Ora la palla passa ai giudici che dovranno giudicare se il ricorso presentato da Osez le féminisme è più o meno fondato. È comunque altamente improbabile, sottolinea Le Point, che una decisione venga presa prima della prossima competizione, che si svolgerà l'11 dicembre a Caen. Peraltro, non è la prima volta che Miss France finisce al centro delle polemiche. Nel suo "rapporto annuale sullo stato del sessismo in Francia", nel 2019, l'Alto Consiglio per la parità tra donne e uomini (Hce), un organo consultivo incaricato di consigliare il governo, aveva qualificato il concorso Miss Francia come "arcaico". Aveva denunciato in particolare l'obbligo imposto alle aspiranti miss di essere celibi e senza figli, e perfino di non essere mai state sposate.

L'ossessione delle femministe contro i concorso di bellezza

Se una competizione come Miss France non può stabilire chi merita di andare avanti sulla base dei canoni estetici poiché si tratterebbe di "discriminazione", allora i concorsi di bellezza non hanno più motivo di esistere. Ed è esattamente ciò che tentano di mettere in atto le femministe francesi, che vedono nella "bellezza" stessa un vero pericolo, qualcosa di "retrogado" e "sessista".

Come se, nel mondo reale, la bellezza non contasse nulla e fosse qualcosa di artifiocoso. Ipocrisia bella e buona. Semmai più sensato e di buon senso è rivedere qualche regola e allargare la partecipazione: perché una donna che è stata sposata in passato non può partecipare?

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica