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Fidel Castro torna a farsi vivo: "Bene la svolta con gli Usa"

Ritiratosi dal potere nel 2006, il lider maximo rompe il silenzio e, con una lettera rivolta agli studenti, plaude all'apertura dell'Avana verso gli Stati Uniti

Fidel Castro in uno scatto del 2013
Fidel Castro in uno scatto del 2013

Torna a farsi sentire Fidel Castro. Vuol far sapere a tutti che è ancora vivo e che le mille notizie sulla sua dipartita, che a scadenza periodica vengono rilanciate dai giornali, sono solo bufale. Si fa vivo con una lettera indirizzata alla Federazione
studentesca universitaria, letta da uno studente ripreso dalla tv statale e pubblicata da Granma. Di Castro non ci sono nuove immagini né filmati. E qualcuno così avrà gioco facile nel dire: "Vogliono farci credere che non sia morto, ma questa lettera non dimostra nulla". In attesa di conoscere la verità - una prova in un senso o nell'altro - limitiamoci a osservare quanto ha dichiarato il lider maximo. Che ovviamente non poteva che soffermarsi sul "disgelo" con gli Usa.

"Non ho fiducia nella politica degli Stati Uniti, né ho scambiato una sola parola con loro, ma questo non significa un rifiuto nei confronti di una soluzione pacifica dei conflitti o dei rischi di guerra". È la prima volta che Castro interviene pubblicamente commentando il riavvicinamento tra Washington e l’Avana, annunciato a metà dicembre da Barack Obama e Raul Castro. Questo silenzio (effettivamente strano) aveva contribuito ad alimentare le voci sul precipitarsi dello stato di slaute di Castro. Ma queste voci sono sempre state smentite dal regime di Cuba.

Nella sua lettera Castro loda l’opera del fratello Raul, sottolineando che ha compiuto "passi pertinenti in linea con le prerogative e le facoltà concessegli dall’Assemblea nazionale e dal Partito comunista di Cuba". E ancora: "Qualunque soluzione pacifica o negoziata dei problemi tra Stati Uniti e i popoli o qualunque popolo dell’America Latina, che non implichi la forza o l’uso della forza, dovrà essere trattata in accordo con i principi e con le norme internazionali". Fidel Castro conclude il suo intervento ribadendo la sua posizione: "Difenderemo sempre la cooperazione e l’amicizia con tutti i popoli del mondo e tra essi quelli dei nostri avversari politici".

Gli americani, dunque, restano avversari (non più nemici?), ma anche con loro si può, anzi si deve trattare.

Particolare curioso: la lettera è stata letta durante un evento organizzato all'Università dell'Avana alla vigilia del 162° anniversario della nascita dell'eroe nazionale cubano, José Martí,

538em;">trasmesso dalla tv di Stato.

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