La posizione di Cristiano Ronaldo nell'affare sulla frode fiscale contro lo Stato spagnolo comincia a farsi più complicata del previsto.
Come riporta il quotidiano spagnolo El Mundo, il giudice istruttore di Pozuelo de Alarcon potrebbe decidere di rinviare a giudizio l'attaccante del Real Madrid non solo per la frode al fisco avvenuta tra il 2011 e 2014. Secondo alcuni documenti, ottenuti tramite Der Spiegel e rientranti nel grande filone di "Footbal Leaks", Ronaldo avrebbe usato un'altra struttura "offshore" per proteggere i suoi beni. A partire da giugno 2015, subito dopo gli anni in cui è stato condotto l'accertamento, il giocatore avrebbe infatti operato attraverso una holding di imprese in Lussemburgo e un trust nell'isola di Jersey.
Entrambi territori sono considerati paradisi fiscali. La società lussemburghese CRS Holding era responsabile della gestione degli interessi di Ronaldo in una serie di attività turistiche di proprietà del trust situato nelle Isole del Canale, chiamato The CRS Trust. A detta di questi nuovi documenti, sarebbero stati occultati tutta una serie di investimenti ulteriori che andrebbero ad aggiungersi a quelli dell'accusa di frode fiscale di 14,7 milioni di euro tra il 2011 e il 2014.
Secondo le indagini, Cristiano Ronaldo avrebbe simulato la cessione dei propri diritti d'immagine alla Tollin Associates Ltd: una società delle Isole Vergini Britanniche. Questa società avrebbe poi ceduto i diritti alla irlandese Multisport & Immagine Management LTD. Questo passaggio avrebbe costruito in pratica una sorta di schermo per far sì che tra il reddito di CR7 non figurassero i proventi dei diritti d'immagine. E vista la notorietà di Ronaldo, i proventi ammontano a cifre astronomiche.
Il nome del fenomeno portoghese non compare, stando a quanto affermato dai media, nei documenti pubblici delle due società. Tuttavia, si fa costantemente riferimento a una società intermediatrice, la Private Trustees, di cui l'unico beneficiario degli investimenti era proprio il campione di Funchal. Ora, l'Agenzia tributaria spagnola dovrà accertare se gli investimenti in campo turistico dal 2015 in poi siano stati dichiarati interamente al fisco.
Gli investimenti di Ronaldo in campo turistico sono da mesi nell'occhio dell'agenzia tributaria spagnola. In particolare dallo scorso febbraio, quando è stato confermato che, insieme alla Pestana, avrebbe creato un hotel in uno degli edifici più emblematici della Gran Vía di Madrid: il numero 29, dove sorge la famosa Casa del Libro. Come scrive El Mundo, mentre stava portando avanti quella transazione, l'attaccante tentò di negoziare con il Tesoro un accordo per evitare di dover andare in giudizio per frode fiscale a causa dei suoi introiti pubblicitari.
Nonostante la gravità delle prove contro di lui, Ronaldo avrebbe accettato di dichiararsi colpevole dei crimini commessi tra il 2011 e il 2013. In cambio, le autorità fiscali avrebbero ritirato le accuse per l'anno 2014. Con una pena di 30 milioni euro, il cinque volte Pallone d'Oro eviterebbe il carcere. Ma l'accordo non è ancora concluso.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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