Emmanuel Macron ha deciso: la quota di energia nucleare in Francia sarà ridotta del 50% entro il 2035. Entro quella scadenza, Parigi chiuderà 14 reattori da 900 megawatt. Per Macron non si tratta in realtà di una vittoria, ma di un dilatamento della scadenza che si era prefissato al 2025. Ma era una promessa che da subito era apparsa eccessivamente ottimistica. "Mi sarebbe piaciuto farlo dal 2025. Resta l'obiettivo del 50% ma portiamo la scadenza al 2035. Ed entro il 2035 verranno fermato 14 reattori da 900 megawatt".
Il leader francese ha comunque voluto ribadire che "ridurre il ruolo dell'energia nucleare non significa rinunciarvi". Una frase che vuole anche rassicurare gli interessi dei giganti dell’energia francese e ai rapporti economici con i Paesi esportatori di uranio.
Sur le nucléaire : concrètement, 14 réacteurs de 900 MW seront fermés d’ici 2035. Ce mouvement commencera à l’été 2020 avec l’arrêt définitif des deux réacteurs de Fessenheim. Il se prolongera avec la fermeture de 4 à 6 réacteurs avant 2030.
— Emmanuel Macron (@EmmanuelMacron) 27 novembre 2018
La mossa del presidente francese rientra nell’atteso piano di politica energetica, con cui il suo governo mostrerà la strategia sull’energia elettrica per il prossimo futuro. Un piano che i francesi non sembrano aver apprezzato, come dimostrato dalle furiose proteste dei “gilet gialli” che hanno non solo paralizzato la rete viaria del Paese ma anche messo a soqquadro il centro di Parigi.
Uno dei punto in agenda sul nuovo piano energetico è rappresentato infatti dall’aumento dei prezzi dei carburanti, che Macron considera parte del suo
programma ecologista. "Non si può essere lunedì per l'ambiente e martedì contro il rialzo del prezzo di carburante" ha detto il capo dell’Eliseo rivolgendosi ai manifestanti scesi in piazza in tutta la Francia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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