Mondo

Germania, la Merkel vuole sfruttare la strage per colpire l'Afd

Dopo la tragedia di Hanau, si moltiplicano le prese di posizioni della politica tedesca sull'Afd. Ma il killer era un malato psichiatrico

Germania, la Merkel vuole sfruttare la strage per colpire l'Afd

Chi ha colpito ad Hanau era afflitto da problemi di carattere psichiatrico. Il bollettino medico riguardante Tobias Rathien lo certifica: "patologia psicotica grave". Ma alla Cdu di Angela Merkel non basta. Nel senso che, in funzione della narrativa utilizzata dai centristi per stigmatizzare l'accaduto, una certa responsabilità ad Alternative fur Deutschland viene comunque ascritta. Siamo nel campo di quelli che una volta venivano chiamati "cattivi maestri". E, come valeva per la sinistra e la destra massimalista italiana negli anni di piombo, è difficile delimitare la sfere della possibile - ma tutta da dimostrare - influenza ideologica. Il killer ha colpito perché il clima sociale in Germania è cambiato? Oppure per via di un disegno paranoide, che si è declinato con l'omicidio di dieci persone nella località prossima a Francoforte? L'esplosione elettorale dell'Afd è la conseguenza dell'inasprimento sociale? Magari una premessa? Stanno diventando domande consuete. I politologi, specie i cosiddetti "buonisti", si stanno esibendo in una serie di considerazioni. E la strategia politica inizia a fare capolino, magari in modo un po' strumentale.

Non è un mistero: Angela Merkel e la Cdu-Csu devono stare attenti sul lungo periodo. Le statistiche raccontano di come l'Afd stia viaggiando in direzione pareggio o quasi. Almeno in certi territori geografici specifici. Si veda, per esempio, il caso della Sassonia. E la strage di Hanau, in questa chiave interpretativa, alimenta le posizioni di chi ritiene che i sovranisti-populisti teutonici non siano degni di far parte dell'"arco costituzionale" di Germania. L'edizione odierna de La Verità fa riferimento ad una serie di dichiarazioni pubbliche. Dal ministro Horst Seehofer alla Kramp-Karrenbauer: i vertici merkeliani e quelli della Csu, seppur prestando attenzione ad ogni virgola, concordano sulla necessità di porre un freno nei confronti delle estremizzazioni ideologiche. Alternative fur Deutschland a volte viene nominato, in altre circostanze no. Cambia poco: il partito fondato da Bernd Lucke, di questi tempi, corrisponde al convitato di pietra. Uno "spettro" con cui i normalizzatori preoccupati dal razzismo dilagante non vorrebbero più avere istituzionalmente a che fare. La democrazia, però, ha delle regole. E diventa difficile immaginare, come vorrebbe la Karrenbauer, l'innalzamento di un vero e proprio "muro di fuoco" sugli euroscettici. C'è una parola che circola nell'aria ma che ancora viene pronunciata a mo'di sussurro: scioglimento. Un'altra ipotesi difficilmente percorribile.

Poi c'è un caso, che è stato riportato anche dalla fonte sopracitata: in Turingia era stata trovata una quadra, che coinvolgeva sia l'Afd sia la Cdu. Ma per Angela Merkel quella alleanza non è spendibile. Nella pallacanestro si chiama taglia-fuori. A volte funziona, altre no.

Ma i partiti che hanno guidato i processi in Germania in questi ultimi decenni non hanno il minimo dubbio sul da farsi.

Commenti