Abusi sulle minorenni: la complice di Epstein rischia 80 anni

Inizia il 29 novembre il processo a Ghislaine Maxwell, complice degli abusi commessi da Jeffrey Epstein ai danni di giovani ragazze minorenni

Abusi sulle minorenni: la complice di Epstein rischia 80 anni

Si apre oggi, 29 novembre, il processo a carico della complice di Jeffrey Epstein, Ghislaine Maxwell. La dama nera dell’alta società rischia fino a 80 anni di carcere, se verrà giudicata colpevole delle accuse contro di lei. La Maxwell si trova in carcere da diciassette mesi per sei reati, quattro dei quali hanno a che fare con istigazione di minore a viaggiare a scopo sessuale. La donna è inoltre accusata di cospirazione nel traffico di minori e di traffico di minori.

Ghislaine Maxwell, figlia del barone dell’editoria britannica Robert Maxwell, arriva nella Grande Mela nei primi anni '90, quando conosce Jeffrey Epstein e ne resta così affascinata da diventare complice degli abusi da lui perpetrati ai danni di giovanissime ragazze, alcune appena tredicenni. Questo è ciò che Virginia Giuffre, ex “schiava sessuale” della coppia, ha affermato in una causa intentata contro la Maxwell nel 2016. Ma non è la sola: al processo testimonieranno altre vittime del magnate, tutte minorenni all’epoca dei presunti abusi da parte della coppia. È un rapporto malato, quello tra il finanziere e Ghislaine, che diventa succube del milionario americano, al punto da procurargli le ragazze pur di stargli accanto.

Come riporta The Guardian, la Maxwell è accusata inoltre di aver commesso spergiuro, durante una deposizione facente parte della causa portata avanti dalla Giuffre contro di lei. L'ex vittima del ricco finanziere ha accusato la Maxwell ed Epstein di averla “svenduta” al principe Andrea, ma la donna ha negato qualsiasi coinvolgimento. Datasi alla macchia per un anno, la 60enne britannica è stata arrestata nella sua tenuta nei boschi del New Hampshire il 2 luglio 2020, esattamente un anno dopo l’arresto del suo “compagno di merende”. All’epoca della sua cattura, Audrey Strauss, procuratore del distretto di New York, aveva definito il ruolo della Maxwell “cruciale nell’aiutare Epstein nell’identificare e adescare le vittime minorenni”, affermando che in alcuni casi la donna “aveva partecipato lei stessa alle violenze”.

Sono reati gravissimi quelli che pendono sul capo dell’elegante dama del jet set internazionale, intima amica del principe Andrea. Secondo l’accusa Maxwell reclutava giovani ragazze con famiglie disagiate alle spalle, le adescava con i suoi modi raffinati per poi persuaderle ad accettare fantomatici lavori da massaggiatrici, per attirarle nella rete di Epstein.

François Zimarra e Jessica Finelle, legali della donna, hanno più volte definito “inaccettabili” le condizioni della loro assistita all’interno della Brooklyn Metropolitan Jail. Stando ad Agi.com, i difensori sostengono che loro cliente venga trattata “in modo disumano” in carcere, e che la sorveglianza 24 ore su 24 a cui è sottoposta non le permetta di riposare.

I familiari della donna hanno inoltre recentemente scritto una lettera alle Nazioni Unite per denunciare che la Maxwell è detenuta “erroneamente in isolamento da circa 500 giorni". Il giudice che presiede il processo, Alison Nathan, ha respinto quasi tutte le richieste avanzate dalla difesa, come rendere pubblico il nome delle vittime, le quali testimonieranno al processo sotto pseudonimo.

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