Finisce l'era dell'ultrapacifismo giapponese, la Camera Alta ha approvato le contestate norme sulla sicurezza. A nulla è valso il forte ostruzionsimo parlamentare dell'opposizione e le manifestazioni di piazza. Con questo voto, per la prima volta dalla fine della seconda guerra mondiale, l'esercito cessa di essere una forza di autodifesa e potrà partecipare a missioni all'estero al fianco degli alleati.
Per scavalcare l'articolo 9 della Costituzione che impedisce azioni militari di offesa, i legislatori hanno inventato la formula dell' "autodifesa collettiva" nel caso in cui gli interessi del Paese siano minacciati in patria o all'estero. Per cinque giorni le opposizioni le hanno provate tutte, dalle mozioni di sfiducia nei contronti del premier Shinzo Abe e del ministro della Difesa, fino alla rissa in parlamento.
La Camera Alta, dopo che quella bassa aveva votato il provvedimento in luglio, ha approvato la riforma con 148 voti a favore e 90 contrari.
La scelta di Tokyo non è andata giù alla Cina che per bocca del suo ministro degli Esteri, Hong Lei ha invitato il Giappone a "imparare dalla lezione della storia, ascoltando anche l'appello del proprio popolo e della comunità intrnazionale, facendo attenzione alle preoccupazioni dei propri vicini".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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