Un altro consapevole passo verso una guerra vera in Ucraina: alla vigilia della visita della cancelliera tedesca Angela Merkel a Kiev alla ricerca di un compromesso di pace, il convoglio russo sedicente umanitario composto da 280 camion che da giorni attendeva il permesso di varcare i confini è entrato in territorio ucraino senza autorizzazione. Lo ha fatto attraverso il valico di Izvaryne nella regione ancora controllata dalle milizie filorusse, e scegliendo un percorso lungo strade secondarie così da evitare controlli da parte dei militari di Kiev. Scelta che conferma i peggiori sospetti ucraini, secondo cui il convoglio conterrebbe non solo aiuti per i civili, ma anche armi e rifornimenti per le milizie che combattono per trasformare Lugansk e Donetsk in nuove Crimee da annettere alla Russia. Il governo ucraino denuncia «l'invasione» ma assicura che non attaccherà il convoglio per non fornire pretesti ai 18mila soldati russi che sarebbero già pronti all'attacco. La mossa del Cremlino ha già provocato pericolose conseguenze: il portavoce del Pentagono ha intimato alla Russia di «ritirare immediatamente» il convoglio.
Il presidente russo Vladimir Putin ha giustificato la mossa con una telefonata alla Merkel, dicendo che era «ormai inaccettabile» il ritardo imposto al passaggio del convoglio. La Russia - ha aggiunto il vice ministro degli esteri Sergei Ryabkov - «non può più sopportare il calvario della gente dell'est dell'Ucraina». Secondo il viceministro, Mosca ha agito «in pieno accordo con il diritto umanitario internazionale». Ben diversa l'opinione del governo ucraino, che denuncia «l'invasione diretta» del territorio nazionale. Il premier ucraino Arseny Yatsenyuk parla di «provocazione di Mosca» e aggiunge che questa invasione altro non sarebbe se non il proseguimento di quella cominciata nel marzo scorso con l'annessione della Crimea. Secondo Kiev i camion sono guidati da militari russi e i mezzi sarebbero semivuoti perché dovrebbero portare armi ai separatisti e poi caricare a bordo i corpi dei ribelli morti nell'est dell'Ucraina. La Croce Rossa, diversamente da quanto era stato previsto, non sta scortando i camion russi per mancanza di garanzie sufficienti sulla sicurezza.
Molto netta e dura la reazione dell'Unione Europea («chiara violazione delle frontiere senza la scorta della Croce rossa nè il consenso delle autorità ucraine») e del governo italiano («azione unilaterale gravissima»). Ancor più netta la Nato, che accusa senza mezzi termini Mosca di armare i ribelli provocando una preoccupante escalation del conflitto.
Alle 21 italiane di ieri sera si è riunito d'urgenza il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite su richiesta della Lituania, che ha denunciato «il brutale assassinio» del suo console onorario a Lugansk da parte dei separatisti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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