I cani possono fiutare la presenza degli ammalati Covid? A quanto pare, sembrerebbe proprio di sì. Un esperimento condotto in Francia dimostrebbe che i nostri fedeli amici a quattro a zampe sarebbero in grado di stanare il virus semplicemente annusando le secrezioni emesse dalle ghiandole sudoripare dei soggetti infetti.
Ché i cani fossero dotati di un olfatto infallibile è noto, ormai, da tempo immemore. Ma che riuscissero persino ad individuare tracce virali del Covid sorprende e, al contempo, apre a nuove possibilità di collaborazione con l'intelligenza canina per il futuro. Il dato è emerso a seguito di test condotti alla École Nationale Vétérinaire d'Alfort (Enva), l'istituzione pubblica francese di ricerca scientifica e istruzione superiore in medicina veterinaria, situata a Maisons-Alfort, Val-de-Marne, vicino alla Capitale, supervisionata dal ministero dell'Agricoltura francese. A guidare l'esperimento è stato Dominique Grandjean, docente all'Enva e responsabile del servizio veterinario della brigata dei vigili del fuoco di Parigi in collaborazione con l'Università franco-libanese di Beirut e ad Ajaccio dalla SDIS di Corsica del Sud. Allo studio hanno partecipato anche alcuni medici dell'ospedale militare di Bégin e i vigili del fuoco della Senna e Marna.
Grandjean è convinto che gli ammalati di Covid-19 abbiano un odore particolare, specifico, che i cani possono rilevare in misura quasi ineccepibile. Sulla base di questa lucida intuizione, alcune settimane fa, l'esperto ha riunito ricercatori veterinari, squadre cinofile e pompieri per sottoporre i quadripete, già addestrati a scoprire in maniera precoce alcune patologie come il cancro del colon e la malattia di Parkinson, ai test per il coronavirus. Al team canino prescelto - formato da circa 20 componenti - sono stati fatti fiutare una serie di campioni di sudore umano dei quali, solo uno su quattro uno apparteneva ad un paziente positivo. Il contenuto della secrezione endocrina è stato inserito all'interno di alcune ciotole in metallo lasciando così che i cani potessero annusarlo in totale sicurezza. La reazione dei quattro zampe è stata più che sorprendente: nessun errore, fatta eccezione per i casi di falsi positivi. Un risultato a dir poco straordinario.
"I cani sono effettivamente in grado di rilevare la presenza di SARS-CoV-2, non il virus stesso attraverso i cataboliti (sostanza formata durante il catabolismo, composti della fase di degradazione nel corpo) che risultano dell'azione cellulare del virus e che sono escreti dal sudore ", ha spiegato il professor Grandjean alla rivista francese Sciences et Avenir. Quando il cane rileva tale presenza, si dice che "la sua marcatura sia positiva": si trova accanto al campione infetto.
"Oggi non sappiamo che cosa è segnato perché il nostro obiettivo era di vedere al più presto se c'era o meno un odore specifico correlato alla malattia di Covid-19", aggiunge il veterinario. Passata la fase più urgente, si dovrebbero avviare sofisticate analisi chimiche per sapere se una o più molecole caratteristiche si trovano nel sudore di una persona infetta.
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