La strage dei bimbi in Texas

I corpi non trovati, i genitori "attori" e il killer "trans": tutte le fake news sulla strage

Sui social frequentati dall'alt-right si moltiplicano le bufale deliranti sulla sparatoria nella scuola elementare di Uvalde, in Texas. Anche a Sandy Hook nel 2012 venne messa in dubbio l'esistenza delle vittime

I corpi non trovati, i genitori "attori" e il killer "trans": tutte le fake news sulla strage

La strage organizzata dai servizi, il killer "trans" e "immigrato". Le fake news sulla strage di Uvalde in Texas corrono su Telegram e sui social network frequentati dall’alt-right, come Gab e 4Chan. Ma anche su Twitter e Reddit. "Cosa diavolo è successo davvero in Texas? Non ho più idea di cosa sia vero e cosa no. Come ha potuto un ragazzino comprare due fucili da 5mila dollari? E perché ci sono 18 minuti di audio mancante? Come ha fatto ad eludere la sicurezza?”, si chiede una donna sul suo profilo Gab. Qualcuno mette anche in dubbio che ci siano stati effettivamente dei morti. "Hai visto qualche corpo?", si legge nel commento di un utente. La risposta, per i complottisti, è chiara: si tratta di una "false flag".

Lo scopo? "Distrarre gli agenti per permettere ai cartelli di importare droga e criminali" dal vicino confine con il Messico e "suscitare indignazione nell’opinione pubblica per promuovere leggi per il controllo delle armi". Per avvalorare queste tesi qualcuno ha evidenziato anche come i genitori delle piccole vittime - 19 i bimbi di età compresa tra 9 e 10 anni uccisi a sangue freddo da Salvador Ramos – non fossero abbastanza "disperati" ed "emozionali" mentre aspettavano notizie sui figli. "Sono attori pagati", è l’accusa dei sostenitori delle teorie del complotto.

Nulla di nuovo secondo il New York Times. Il copione è sempre lo stesso. Le stesse obiezioni sono state fatte nel 2012 in occasione del massacro nella scuola elementare di Sandy Hook, a Newtown in Connecticut. All’epoca a sostenere che i sopravvissuti e i parenti delle vittime fossero attori era stato Alex Jones, conduttore radiofonico, punto di riferimento dell’alt right e animatore del sito Infowars. L’anno scorso è stato condannato per diffamazione in quattro processi intentati dalle famiglie delle persone uccise. Molte di loro sono finite nel mirino dei complottisti. Leonard Pozner, ad esempio, papà di Noah, il più piccolo delle 27 vittime di Adam Lanza, è stato bersagliato con decine di minacce di morte.

Quella mattina suo figlio, che aveva appena compiuto sei anni, era andato a scuola con il cappellino di Batman e le scarpe di Spiderman. "Ma nemmeno i suoi supereroi preferiti avrebbero potuto fermare un AR-15", disse con il nodo alla gola, qualche anno fa, in un’intervista al quotidiano britannico The Guardian. Eppure per anni questo genitore distrutto dal dolore per la più dura delle perdite ha dovuto fare i conti con l’accusa di essere un "attore". Si è sentito dire che suo figlio non esisteva. Che non era morto. Che lui era un "bugiardo". Un "fottuto" bugiardo. Ora lo stesso canovaccio viene utilizzato per i genitori di Uvalde.

Poi ci sono le bufale sul killer. Su 4Chan nei giorni scorsi sono iniziate a circolare alcune foto di un ragazzo vestito con abiti femminili associate a Ramos. Tanto è bastato per diffondere sugli account Telegram collegati ai gruppi di estrema destra, come i Proud Boys, che la sparatoria fosse il "risultato della terapia ormonale assunta dall’assalitore armato". Le foto, però, sono una montatura. A svelarlo sono stati i legittimi proprietari. Un artista trans che su Reddit ha denunciato l’utilizzo delle proprie immagini per "diffondere la disinformazione", postando le originali su Twitter. Anche una studentessa trans newyorkese ha accusato gli utenti di aver rubato alcuni suoi scatti spacciandoli per foto del killer. Sarebbero almeno tre le persone transgender associate a Salvador Ramos sul web, secondo un’analisi del Trans Safety Network. Sono tutti vivi e vegeti e hanno protestato contro la diffusione della loro immagine connessa all’autore della strage.

Ci è cascato anche un membro della Camera dei Rappresentanti, il repubblicano Paul Gosar, dell’Arizona, che se l’è presa indirettamente con la comunità Lgbt. Il suo tweet è poi stato rimosso. E l’autore si è rifiutato di rilasciare ulteriori dichiarazioni. Infine, la storia dell’ingresso illegale di Ramos dal confine messicano, pubblicata su due canali Telegram con migliaia di followers. "La nostra nazione sta vivendo una grave crisi di sicurezza nazionale", ha subito rilanciato su Twitter Code of Vets, un’associazione di veterani. Ma dopo qualche ora ha dovuto correggere il tiro: "Il killer era un cittadino, il problema della salute mentale deve essere affrontato".

Ramos, infatti, non era un immigrato senza documenti ma era nato in North Dakota, come hanno confermato le autorità locali, compreso il senatore texano Roland Gutierrez.

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