I Nirvana: "Bimbo di Nevermind ha lucrato sulla foto"

I Nirvana hanno presentato un'istanza contro Spencer Elden, il bimbo in copertina dell'album Nevermind: "Per trent'anni, ha lucrato su quella foto". Il 30enne aveva accusato la band di sfruttamento della pornografia infantile

I Nirvana: "Bimbo di Nevermind ha lucrato sulla foto"

Una delle foto iconiche del genere grunge finisce in tribunale. E non una qualunque ma quella che ritrae Spencer Elden, il bimbo in copertina dell'album Nevermind, punta di diamante della discografia dei Nirvana. La band statunitense ha deciso di controbattere alle accuse del "Nirvana baby" (è il soprannome di Elden) che, lo scorso agosto, aveva chiesto un cospicuo risarcimento per "sfruttamento della pornografia infantile ai fini commerciarli". "Per trent'anni ha lucrato su quella foto", si legge nell'istanza difensiva depositata in tribunale dai legali che rappresentano Dave Grohl, Krist Novoselic e la moglie di Kurt Cobain, Courtney Love.

La foto

Se Nevermind - il capolavoro dei Nirvana pubblicato il 24 settembre del 1991- ha scritto la storia del genere grunge/rock, non da meno lo è stata l'immagine in copertina del celebre album. La foto, scattata dal fotografo Kirk Weddle durante uno shooting al Rose Bowl Acquatic Center di Pasadena (California), ritrae un bambino di pochi mesi (nudo) in una piscina mentre tenta di afferrare una banconota da 1 dollaro aggancianta ad un amo da pesca (il dettaglio fu inserito nel post produzione). Protagonista dello scatto, che contrappone l'innocenza infantile al capitalismo, è Spencer Elden. Al tempo, i suoi genitori ricevettero un compenso di 200 dollari per la foto; la stessa immagine fu rieditata per altre due volte (nel 2006 e nel 2016) con l'approvazione piena del protagonista.

Le accuse del "Nirvana baby"

Lo scorso agosto, Elden ha presentato un'istanza al tribunale di Los Angeles chiedendo un cospicuo risarcimento per la foto iconica di Nevermind. Secondo Maggie Mabie, rappresentante legale del giovane, quella copertina era frutto di una strategia di marketing basata sullo sfruttamento della pornografia infantile e i membri della band, al secondo album, ne sarebbero stati consci. Secondo la tesi sostenuta dall'avvocato Mabie, nota per i casi di sfruttamento infantile, quello scatto avrebbbe "causato stress emotivo estremo e permanente con manifestazioni fisiche, interferenze con il normale sviluppo educativo, perdita di guadagni, spese per far fronte a problemi medici e psicologi" al suo assistito.

La reazione della rock band

Per un bel po' di mesi, i Nirvana hanno preferito astenersi da commenti e azioni legali. Ora, però, gli avvocati che rappresentano Dave Grohl, Krist Novoselic e la moglie di Kurt Cobain, Courtney Love, hanno deciso di depositare in tribunale a Los Angeles un'istanza difensiva. "Elden ha trascorso trent'anni a trarre profitto dalla fama ottenuta con il soprannome di "Nirvana baby" - si legge nell'istanza rilanciata dal quotidiano La Repubblica - spesso ha parlato della fotografia in cambio di un compenso; si è tatuato sul petto il titolo dell'album; è apparso in un talk indossando una tuta color carne per mettere in scena una auto-parodia; ha autografato copie della copertina in vendita su eBay". L'avvocato di Elden ha spiegato che il suo assistito "ha sempre espresso sentimenti contrastanti rispetto a questo episodio in cui venne trascinato quando aveva solo 4 mesi. E il motivo per cui ha presentato denuncia soltanto adesso è perché quando sei stato vittima di questo tipo di abusi ci vuole tempo affinché tu comprenda davvero in che modo sei stato danneggiato". Ma gli avvocati della band non ci stanno: "La tesi non è credibile. - affermano -Un breve esame dell'immagine e il comportamento stesso di Elden lo chiariscono.

E poi milioni di americani che hanno l'album a casa dovrebbero essere accusati di possesso di materiale pedopornografico". La decisione finale sulla spinosissima vicenda spetterà al giudice del tribunale di Los Angeles.

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