Dalla Cina all'Europa passando per l'Africa: è questo l'ultimo allarme che riguarda da vicino il nuovo coronavirus e la sua ulteriore diffusione nel mondo.
Sono due i fattori che elevano al quadrato il rischio contagio: i floridissimi rapporti commerciali tra l'ex Impero di Mezzo e l'Africa e l'immigrazione incontrollata che dall'Africa si abbatte regolarmente sui Paesi europei affacciati sul Mar Mediterraneo.
Detto altrimenti, i migranti che da ora in avanti sbarcheranno sulle nostre coste potrebbero essere stati colpiti dal coronavirus a loro insaputa. E sempre a loro insaputa potrebbero contribuire a diffonderlo in tutta l'Europa.
In altre parole, spiega La Stampa, lo spauracchio è che i legami sino-africani, in aggiunta ai fenomeni migratori, possano contribuire a trasformare l'Africa in un luogo di incubazione e trasmissione del 2019-n-Cov. Le conseguenze, in quel caso, sarebbero potenzialmente letali vista l'assenza di baluardi igienico-sanitari nella quasi totalità degli Stati africani.
Le autorità italiane cercando di tenere la situazione sotto controllo, anche perché gli sbarchi di migranti non si fermano. L'ong spagnola Open Arms, con 343 persone a bordo, è attraccata ieri nel porto di Pozzallo, dove è stata sottoposta a controlli molto più accurati del solito. Non poteva e non potrà essere altrimenti, visto lo stato di emergenza sanitario decretato dal governo italiano.
D'ora in avanti i migranti saranno accuratamente controllati e visitati per evitare che anche uno di loro possa presentare anche uno dei sintomi legati al coronavirus. Al momento, in Europa, ci sono poco più di 20 casi di pazienti contagiati dal 2019-n-Cov. M se l'infezione dovesse fare scalo nel Vecchio Continente, passando per l'Africa (magari proprio via Italia), nell'Unione Europea potrebbe esplodere una vera e propria bomba sanitaria.
I Paesi africani a rischio
Il direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus, è stato chiarissimo. La più “grande preoccupazione”, oltre alla stessa epidemia, è che il virus possa raggiungere “Paesi con sistemi sanitari più deboli” e l'Africa intera rientra senza ombra di dubbio nella categoria accennata da Ghebreyesus.
Al momento gli esperti rassicurano: in Africa non ci sono ancora casi accertati di coronavirus. Eppure è necessario mantenere alta la guardia. In Costa d'Avorio un caso è risultato negativo. Sudan, Guinea, Angola e Mauritius hanno messo in quarantena numerosi cittadini provenienti dalla Cina.
Giovanni Rezza, direttore del Dipartimento Malattie infettive dell'Iss, ha confermato sempre alla Stampa che “in Africa ancora non sono emersi casi di Coronavirus” ma che “il continente potrebbe rappresentare un punto debole”. La paura è fondata e i motivi non mancano: “Si tratta di un continente molto popoloso – ha aggiunto Rezza -. Finora segnalazioni di casi sospetti ce ne sono stati in alcuni Paesi. Sappiamo naturalmente che l' Africa ha punti fragili e deboli della catena sanitaria. Conforta però che finora i casi sospetti non abbiano avuto esito positivo. In teoria, gli stati africani non hanno la stessa rete dei laboratori europei.
E la febbre di varia natura che possono contrarre le persone potrebbe essere confusa con altre infezioni e non essere riconosciuta come da Coronavirus. Motivo per cui è bene che gli organismi internazionali stiano in allerta”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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