Kosovo, si dimette Haradinaj: è indagato per "crimini di guerra"

L’ex premier del Kosovo andrà all’Aia a difendersi dalle accuse a suo carico in qualità di “semplice cittadino”, mentre la Serbia spera nella sua condanna

Kosovo, si dimette Haradinaj: è indagato per "crimini di guerra"

Il primo ministro del Kosovo, Ramush Haradinaj, ha appena annunciato le sue dimissioni.

Egli, Capo del governo dello Stato balcanico a maggioranza albanese dal 2004 al 2005 e poi nuovamente dal 2017 fino a questi giorni, ha rinunciato alla carica pubblica dopo essere stato formalmente indagato per crimini di guerradal tribunale speciale per le violenze avvenute nella ex Jugoslavia durante il periodo 1998-1999. Tale organo, istituito all’Aia nel 2015 per iniziativa dell’Unione europea, ha appunto ultimamente indiziato Haradinaj, accogliendo le sollecitazioni delle autorità di Belgrado, di gravi reati ai danni della minoranza serba stanziata in territorio kosovaro, perpetrati in qualità di comandante militare nell’arco di tempo considerato.

L’ormai ex premier, ad avviso dei magistrati, si sarebbe macchiato, quando era a capo dell’Uck, ossia dell’Esercito di liberazione del Kosovo, di “enormi colpe”, ordinando “massacri” di civili appartenenti alla comunità cristiano-ortodossa, da lui allora bollata come “quinta colonna della Serbia di Slobodan Milošević”.

Quello in corso all’Aia è il terzo processo istruito nel Terzo millennio contro il cinquantunenne Haradinaj da un organo inquirente internazionale. Altre incriminazioni erano state infatti avanzate contro l’ex guerrigliero nel 2008 e nel 2012, per iniziativa del tribunale Onu per i crimini nell’ex Jugoslavia, ma entrambe le volte il leader indipendentista kosovaro era stato scagionato per “insufficienza di prove”, scatenando di conseguenza le ire dell’esecutivo di Belgrado. Proprio grazie all’insistenza della Serbia la Corte istituita dall’Ue nel 2015 avrebbe disposto il terzo rinvio a giudizio nei riguardi dell’ex capo dell’Uck.

La nuova inchiesta in cui risulta coinvolto l’ex primo ministro di Pristina ha quindi immediatamente suscitato l’“esultanza” del ministero degli Esteri serbo, che, tramite una nota, ha espresso il proprio auspicio che il nuovo procedimento penale internazionale possa concludersi finalmente “senza connivenze e con il completo accertamento della barbarie perpetrata da Haradinaj contro la comunità serba del Kosovo”.

L’ex guerrigliero, nell’annunciare di recente le proprie dimissioni da Capo del governo della nazione balcanica dichiaratasi indipendente nel 2008, ha affermato di volere affrontare“da semplice cittadino i magistrati dell’Aia che lo accusano di crimini di guerra. Egli ha poi precisato: “Dopo avere ricevuto la comunicazione di essere stato indiziato dalla Corte speciale dell’Aia, ho scelto di andare lì a difendermi senza avvalermi di alcuna prerogativa connessa alla carica di primo ministro.

Mi presenterò di conseguenza davanti ai giudici quale umile, ma patriottico, cittadino kosovaro”. Haradinaj ha infine sollecitato il presidente della repubblica di Pristina, Hashim Thaçi, a indire “al più presto” nuove elezioni parlamentari nello Stato balcanico a maggioranza albanese.

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