India, turista americano ucciso da tribù indigena

Dopo essersi illegalmente introdotto nel loro territorio allo scopo di convertirli al cristianesimo, il 27enne americano John Allen Chau è stato ucciso dagli indigeni dell'isola di North Sentinel, nell'Oceano Indiano. Gli abitanti dell'isola, noti per la loro ostilità nei confronti di chiunque provenga dall'esterno, sono considerati una delle ultime tribù incontaminate sulla terra

India, turista americano ucciso da tribù indigena

I paradisi esotici si rivelano spesse volte meno idilliaci di quallo che sembrano, specie agli occhi di una società occidentale affascinata dal primitivismo e dal mito del buon selvaggio. È accaduto infatti che nel bel mezzo dell'Oceano Indiano, nella sperduta Isola di North Sentinel, un turista americano di 27 anni sia stato brutalmente ucciso dalla tribù indigena dei sentinelesi, una delle ultime popolazioni sulla terra a non aver mai avuto alcun tipo di contatto diretto col mondo esterno. L'uomo, che si chiamava John Allen Chau e che era un predicatore religioso, si sarebbe imprudentemente avventurato sull'isola allo scopo di evangelizzarne gli abitanti, ignorando volutamente i numerosi divieti delle autorità indiane che impongono di mantenere una distanza di almeno 3 miglia (circa cinque chilometri) dalla costa. Una precauzione stabilità sia per scongiurare drammatici incidenti come quello appena avvenuto, sia per evitare che un'eventuale contatto con gli indigeni possa portare dall'esterno batteri o virus potenzialmente letali per il delicato sistema immunitario di questi ultimi.

Secondo quanto riferito alle agenzie di stampa dalle forze di polizia locali, Chau avrebbe già in passato visitato le Isole Andamane - l'arcipelago situato nel Golfo del Bengala di cui fa parte l'Isola di North Sentinel - per le quali era provvisto di regolare visto d'ingresso, ma soltanto il 14 novembre scorso avrebbe cercato di raggiungere North Sentinel in un primo tentativo subito fallito. A questo punto, dopo aver pagato dei pescatori locali perché lo portassero in prossimità dell'isola con un gommone, il 16 novembre è riuscito finalmente a raggiungere l'agognata meta, percorrendo il tragitto rimanente a bordo di una canoa in solitaria. Una volta attraccato però, Chau è stato immediatamente raggiunto da una raffica di frecce e ucciso, come testimoniato all'Associated Press da una fonte anonima: "È stato attaccato dalle frecce ma ha continuato a camminare. I pescatori hanno visto gli indigeni legargli una corda intorno al collo e trascinare via il corpo. I pescatori erano spaventati e sono fuggiti, ma sono tornati la mattina seguente nel tentativo di trovare il suo corpo sulla riva".

Intervistata in merito alla notizia dell'uccisione di John Chau, la funzionaria Kathleen Hosie, portavoce del consolato americano di Chennai, in India, ha così commentato: "Siamo a conoscenza di alcune notizie riguardanti un cittadino americano nelle Isole Andamane e Nicobare. Quando manca un cittadino statunitense, lavoriamo a stretto contatto con le autorità locali nel portare avanti le ricerche. Il benessere e la sicurezza dei cittadini statunitensi all'estero rimangono una delle massime priorità del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti". Come successivamente confermato dall'ufficiale di polizia Vijay Singh, sette pescatori sono stati arrestati per aver favorito l'ingresso di individui non autorizzati all'interno dell'area protetta dell'Isola di North Sentinel.

Una bizzarra vicenda che tuttavia non suona particolarmente sorprendente. Gli isolani sentinelesi sono infatti noti per la loro forte ostilità nei confronti di chiunque provenga dall'esterno, nonostante i numerosi tentativi - volontari o meno - che negli anni sono stati fatti per cercare di studiare questo misterioso popolo che da oltre 60 mila anni abita l'isola. Già nel 2006 infatti, due sfortunati pescatori indiani caddero vittime degli indigeni finendo accidentalmente sull'isola dopo essersi addormentati sulla loro imbarcazione alla deriva; i loro corpi vennero ritrovati solo alcuni giorni dopo da un elicottero in perlustrazione. L'incontro più celebre avvene però nel 1974, quando una troupe cinematografica si recò su North Sentinel per girare alcune scene del documentario Man in Search of Man, ed anche in quel caso gli operatori vennero raggiunti da un nugolo di frecce appena tentarono di mettere piede sulle coste.

Cercando di spiegare il motivo di questa estrema diffidenza da parte dei sentinelesi, l'attivista per i diritti dei popoli indigeni e presidente di Survival International Stephen Corry ha affermato: "L'occupazione coloniale britannica delle isole Andamane decimò gli abitanti che vivevano lì fin dalla preistoria, spazzando via migliaia di tribù di cui solo una piccola frazione della popolazione originaria sopravvive ai giorni nostri.

Quindi la paura dei Sentinelesi verso gli estranei è molto comprensibile." - aggiungendo - "L'uccisione del turista americano dovrebbe spingere le autorità indiane a proteggere adeguatamente le terre dei sentinelesi e delle altre tribù indigene delle Isole Andamane".

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