Sempre più stretto all'angolo e additato come colpevole involontario dell'abbattimento dell'aereo ucraino costato la vita a 176 civili, l'Iran prova a difendersi come può.
La difesa di Teheran è tuttavia debole e non regge di fronte alle ormai numerose prove che inchiodano i pasdaran. Sarebbero stati loro a sparare uno o forse due missili letali contro il Boeing 737 della Ukraine International Airlines decollato lo scorso 8 gennaio dall'aeroporto Imam Khomeini di Teheran e diretto verso Kiev.
Stati Uniti, Canada e Gran Bretagna non hanno dubbi: è stato un missile. L'Ucraina è ancora perplessa ed è cauta prima di esprimere giudizi definitivi. In ogni caso, l'ipotesi missilistica è la più accreditata per una serie di motivi.
Le prove più evidenti
Intanto l'aereo caduto era in perfette condizioni e, il giorno prima di cadere, aveva superato a pieni voti una revisione; in quell'occasione, così come nei voli precedenti, non sono mai state riscontrate anomalie. L'equipaggio a bordo era inoltre molto esperto. Il capitano non era un novellino alle prime armi ed era in grado di gestire eventuali situazioni di emergenza; nel caso in si fosse verificato un motore, sarebbe stato in grado di far atterrare il velivolo in tutta sicurezza. Come se non bastasse, prima dell'esplosione, la cabina di pilotaggio non ha inviato alcun segnale di allarme alla torre di controllo.
Lo scenario politico e i sistemi antimissile iraniani
Al di là delle spiegazioni tecniche, la prova più evidente è data dallo scenario politico in cui è avvenuta la disgrazia. L'Iran aveva appena lanciato alcuni missili per colpire le basi militari americane stanziate in Iraq per vendicarsi della morte del generale Qassem Soleimani.
Alcuni hanno subito pensato alla pista dell'abbattimento del mezzo per mano iraniana, fino a quando l'emittente saudita Al Hadath ha sdoganato ogni dubbio confermando la voce: tutta colpa di un missile lanciato per errore da un sistema antimissile iraniano rimasto attivo dopo le operazioni notturne contro gli odiati "Yankee". In altre parole, l'aereo civile è stato scambiato per un velivolo nemico. Probabilmente Teheran ha pensato a una possibile rappresaglia.
I satelliti americani e l'intelligence Usa
Non mancano gli indizi che confermano questa pista. I satelliti americani hanno captato un radar che illuminava un bersaglio e seguito due tracce collegabili al lancio di due missili fino all'esplosione del jet.
Teheran nega ogni coinvolgimento ma con il passare delle ore arrivano sempre più nuovi elementi. I missili sarebbero uno, o forse due, Sa-15 di produzione russa. Anche l'intelligence statunitense ha elementi inequivocabili: sarebbero state intercettate varie comunicazioni tra le autorità iraniane. La conferma definitiva, insomma, dell'ipotesi missile.
Il video dell'abbattimento
Nella tarda serata di ieri è stato diffuso anche un video amatoriale in cui si vede il Boeing 737 esplodere all'improvviso prima di precipitare. Il luogo dell'incidente, inoltre, si trova non distante dall'aeroporto internazionale della capitale iraniana, dove Teheran potrebbe aver schierato batterie mobili per contrastare possibili attacchi americani.
La base dei pasdaran
Nella zona della tragedia, come sottolinea Il Corriere della Sera, c'è anche la località di Alghadir, dove sorge un'importante base dei pasdaran. Secondo gli esperti sarebbe uno dei depositi principali in cui gli iraniani conserverebbero una parte del loro arsenale missilistico.
Le foto sospette dei detriti
Le prime foto scattate ai detriti dell'aereo mostrano poi fori di schegge sulla carlinga del mezzo e presunti resti di un ordigno terra-aria iraniano. A complicare le cose – e a far aumentare i sospetti – c'è la decisione dell'Iran di non consegnare alla Boeing le due scatole nere rinvenute.
Nel frattempo le autorità locali hanno spostato i detriti del velivolo in un hangar. Esiste dunque la possibilità che Teheran possa aver alterato la scena in modo irreparabile. Forse proprio per nascondere qualche traccia.
Le condizioni di sicurezza dello spazio aereo iraniano
A conferma della pericolosità dei cieli di Teheran e dintorni, la compagnia aerea tedesca Lufthansa ha richiamato un suo aereo diretto a Teheran in seguito a una stima più aggiornata delle condizioni di sicurezza dello spazio aereo iraniano. Lo ha rportato in un tweet Bno news, che ha tracciato il volo con un'immagine.
Il velivolo in questione, LH600, era partito da Francoforte e avrebbe dovuto atterrare proprio in Iran.
Il mezzo, come confermano i siti di monitoraggio, ha tuttavia fatto dietrofront in Romania e attualmente sta rientrando in Germania. Il portavoce della compagnia tedesca ha specificato tuttavia che si tratta di una misura esclusivamente preventiva.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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