L'Iran ha effettuato un test missilistico in apparente violazione delle risoluzioni delle Nazioni Unite. Il lancio, avvenuto in un poligono alla periferia di Semnan, a circa 140 miglia ad est di Teheran, è stato monitorato dalla rete satellitare statunitense. Teheran avrebbe lanciato un missile balistico ad alta precisione a medio raggio Khorramshahr. Il test di rientro, secondo il Pentagono, sarebbe fallito. Il missile sarebbe esploso dopo aver volato per 600 miglia. Lo scorso settembre il Ministro della Difesa iraniano, il generale Hossein Dehqan, annunciò la produzione su larga scala di tre nuovi missili: Qadir, Sejil e Khorramshahr.
Nella risoluzione 2231 delle Nazioni Unite, “si invita la Repubblica Islamica a non condurre tali test per i successivi otto anni dall’entrata in vigore dell’accordo, siglato il 20 luglio del 2015 con le potenze mondiali”. Tuttavia, si tratterebbe del secondo test effettuato da Teheran in presunta violazione delle risoluzioni vigenti, anche se l’interpretazione è discordante.
L'Iran sostiene che il programma missilistico del paese è progettato per la difesa con esclusiva capacità di carico utile convenzionale. L’accordo sul nucleare, entrato formalmente in vigore il 16 gennaio dello scorso anno, non contiene disposizioni su possibili lanci missilistici convenzionali. Il Consiglio di Sicurezza della Nazioni Unite ha adottato una successiva risoluzione, in cui si invita l’Iran a non effettuare test missilistici. Nella precedente risoluzione del 2010, vi era invece l’assoluto divieto di testare missili capaci di trasportare testate nucleari.
Il comandante dell'Esercito iraniano, il generale di brigata Abdolrahim Moussavi ha più volte ribadito che “il paese continuerà a sviluppare i suoi programmi di difesa senza prestare attenzione alle minacce dell’Occidente”.
"Non abbiamo bisogno del permesso di nessuno per incrementare le nostre capacità difensive e siamo sempre pronti ad eseguire gli ordini del Comandante in
Capo delle Forze Armate, l’Ayatollah Seyed Ali Khamenei”.Tra qualche ora il re Abdullah di Giordania Abdullah, in visita a Washington, incontrerà il vice presidente Micheal Pence ed il Segretario alla Difesa James Mattis.
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