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Spunta il piano di Johnson per fermare Putin: cosa vuole fare

Il primo ministro britannico spinge per una coalizione umanitaria internazionale ed il rafforzamento della sicurezza euro-atlantica

Spunta il piano di Johnson per fermare Putin: cosa vuole fare

In questi ultimi giorni tante sono state le proposte avanzate dai leader europei per tentare di fermare l'azione del presidente Vladimir Putin, dalle varie sanzioni fino all'espulsione del sistema Swift, che comporterebbe ripercussioni anche per i Paesi Ue. In un intervento sul New York Times, il primo ministro britannico Boris Johnson, ora fra i più fervidi oppositori del presidente russo, ha presentato il suo personale piano per neutralizzarlo. Si tratta di un programma composto da sei punti, e riguarda l'intera comunità internazionale.

"Non è un conflitto della Nato e non lo diventerà", spiega Johnson, constatando il fatto che nessuna truppa è stata inviata dagli alleati storici. Nessuna intenzione, ribadisce il premier, di iniziare un conflitto con la Russia ed il suo popolo, tuttavia "non dobbiamo permettere al Cremlino di farla franca".

Spingere per un cessate il fuoco e fornire aiuti

"La verità è che l'Ucraina non aveva una prospettiva seria di adesione alla Nato nel prossimo futuro", passa dunque ad affermare Boris Johnson che spiega di aver inviato, insieme ad altri leader europei, diversi emissari a Mosca per discutere della questione, prima che Putin decidesse di intervenire.

Cosa fare dunque? Il primo ministro britannico passa a spiegare la propria strategia, composta da sei punti. La prima cosa da fare, secondo Johnson, è mobilitare una coalizione umanitaria internazionale, e per questa ragione domani incontrerà a Londra i primi ministri di Canada e Paesi Bassi. Martedì, poi, sarà la volta dei leader di Polonia, Slovacchia, Ungheria e Repubblica Ceca. Lo scopo è quello di spingere la Russia ad accettare un cessate il fuoco, ma non finisce qui.

"Dobbiamo fare di più per aiutare l'Ucraina a difendersi. Sempre più nazioni sono disposte a fornire equipaggiamento difensivo", passa a spiegare Johnson, che al punto tre afferma di voler intervenire massimizzando la pressione economica sulla Russia.

Russia fuori dallo Swift, paesi Ue indipendenti da gas e petrolio

"Dobbiamo andare oltre con le sanzioni economiche, espellendo ogni banca russa dal sistema Swift", dichiara il leader britannico, e "perseguire gli oligarchi". Secondo Johnson, in ogni caso, tali misure saranno insufficienti se l'Europa non inizia a prendere le distanze dal petrolio e dal gas russi, cosa che andrebbe a finanziare "la macchina da guerra di Putin".

Nessuna normalizzazione

Superata la questione economica, Boris Johnson passa al punto quattro, che prevede lo stop a qualsiasi genere di normalizzazione di quanto compiuto dalla Russia in Ucraina. "La lezione dell'invasione russa della Georgia nel 2008 e dell'annessione della Crimea nel 2014 è che accettare i risultati dell'aggressione russa incoraggia semplicemente una maggiore aggressività", afferma."Dovremmo essere sempre aperti alla diplomazia e alla riduzione dell'escalation, a condizione che il governo ucraino abbia piena autonomia in qualsiasi potenziale accordo. Non ci può essere una nuova Yalta, decisa sulla testa del popolo ucraino, da poteri esterni", aggiunge.

La sicurezza euro-atlantica

Boris Johnson chiama dunque all'appello i paesi europei, spiegando che è indispensabile agire adesso per "rafforzare la sicurezza euro-atlantica". Ciò comporterà non solo il rafforzamento del fianco orientale della Nato, ma anche il sostegno dei paesi europei non Nato "che sono potenzialmente a rischio di aggressione russa".

"Coloro che partecipano o consentono l'aggressione russa, come la Bielorussia, saranno soggetti alle massime sanzioni", conclude il primo ministro britannico.

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