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Khamenei: "Odio e ripugnanza verso i terroristi di Parigi"

La Guida suprema iraniana, ayatollah Khamenei, condanna gli attacchi terroristici di Parigi. Ma punta il dito contro la doppiezza dell'Occidente

Khamenei: "Odio e ripugnanza verso i terroristi di Parigi"

In una lettera aperta ai giovani occidentali la Guida suprema iraniana, ayatollah Khamenei, ha definito "cieco terrorismo" gli attacchi di venerdì 13 novembre a Parigi affermando che "un miliardo e mezzo di musulmani è rimasto indubbiamente sconvolto e indignato per quanto accaduto e prova odio e ripugnanza verso gli autori di questi crimini".

Khamenei aveva già scritto all'Occidente dopo gli attentati a Charlie Hebdo. Ora torna a farlo. Da un lato fa sentire la sua vicinanza, dall'altro bacchetta l'Occidente, denunciandone la doppiezza: "È vero che oggi il terrorismo è una nostra preoccupazione comune - ha scritto - tuttavia è necessario che sappiate che l'insicurezza che state vivendo ora è diversa da quella che le popolazioni di Iraq, Yemen, Siria e Afghanistan stanno vivendo da anni, e per due motivi. Il primo è che il mondo islamico è stato vittima del terrorismo e della brutalità su più vasta scala a livello territoriale e per un periodo di tempo più lungo. Il secondo è che sfortunatemante questa violenza è stata sostenuta da certe grandi potenze attraverso metodi e mezzi diversi".

L'ayatollah punta il dito contro gli Stati Uniti, responsabili, a suo dire, di aver "creato, nutrito e armato al Qaeda, i talebani e i loro nefasti successori", e "le invasioni militari nel mondo musulmano di questi ultimi anni, con le loro innumerevoli vittime, sono un altro esempio della logica contraddittoria dell'Occidente".

Credo che imporre la cultura occidentale ad altri popoli e banalizzare le culture indipendenti sia una forma di violenza silenziosa, estremamente dannosa", ha aggiunto Khamenei.

"Fino a quando la logica dei due pesi e delle due misure dominerà le politiche occidentali, fino a quando il terrorismo sarà diviso tra buono e cattivo e fino a quando gli interessi governativi avranno la precedenza sui valori umani ed etici, le radici della violenza non dovrebbero essere cercate altrove".

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