A tre settimane dal molto (forse troppo) atteso e pubblicizzato faccia a faccia a Singapore tra il presidente americano Donald Trump e il leader del regime nordcoreano Kim Jong-un, si moltiplicano i segnali di un possibile inceppamento del meccanismo che dovrebbe portare al disgelo tra le due Coree. E questo dopo che la stessa prospettiva del vertice fissato per il 12 giugno è stata messa in dubbio da Pyongyang, irritata e preoccupata dalla pretesa americana di applicare alla denuclearizzazione della Corea del Nord il cosiddetto «modello libico».
Il giorno dopo la minaccia di Kim di non incontrare Trump, il presidente sudcoreano Moon Jae-in si era proposto come mediatore tra i due. Ma il tentativo non sembra aver sortito un buon esito: subito dopo, infatti, da Pyongyang è arrivato un rifiuto alla lista consegnata da Seul dei giornalisti che avrebbero dovuto partecipare alla cerimonia (prevista tra mercoledì e venerdì prossimi) dello smantellamento del sito nucleare nordcoreano di Punggye-ri.
Questo primo segno di peggioramento del clima tra le due Coree è stato considerato una reazione di Kim allo svolgimento delle manovre militari congiunte tra Stati Uniti e Corea del Sud. Ieri è arrivato un altro chiaro messaggio negativo da Pyongyang: il regime ha chiesto a Moon «come segno della volontà di migliorare i rapporti Nord-Sud» di rimandare in patria la diecina di cameriere nordcoreane di un ristorante in Cina che erano fuggite due anni fa in Corea del Sud. Pyongyang sostiene che siano state rapite, mentre Seul ha sempre parlato di una defezione di gruppo volontaria. Una «grana» cui è facile prevedere che presto si aggiungerà quella della fuga al Sud avvenuta in questi giorni di un ufficiale dell'esercito del Nord.
In questo clima scoraggiante, domani Moon volerà a Washington per incontrare Donald Trump: scopo del viaggio è cercare di definire insieme una
linea che porti comunque al successo il vertice di Singapore. Trump punta sulle garanzie americane di sopravvivenza del regime se denuclearizzerà, e sulla sua offerta di «rendere la Corea del Nord ricca come quella del Sud».
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