L'ennesimo piano dell'Europa: redistribuire 120mila migranti e sanzioni per chi non accoglie

Juncker al lavoro sul nuovo piano sui migranti. Ma i Paesi dell'Est fanno fronte comune per smontarlo. L'Ue rischia l'ennesimo flop

L'ennesimo piano dell'Europa: redistribuire 120mila migranti e sanzioni per chi non accoglie

Mentre si materializza l'asse tra Italia, Francia e Germania per far fronte alla crisi dell’immigrazione, la Commissione Ue starebbe elaborando l'ennesimo piano per superare il Trattato di Dublino e dare un segnale a tutti i Paesi travolti dall'ondata migratoria. Alla base del nuovo testo dovrebbero esserci la relocation obbligatoria per gli Stati membri e una revisione della cifra degli immigrati da redistribuire sul territorio che, secondo Repubblica, lieviterebbe da 40 a 120mila. Il tutto mentre Praga sciocca l'Europa "marchiando" i clandestini con i numeri sul braccio che evocano i peggiori fantasmi della storia europea e si intensificano i controlli al Brennero su richiesta delle autorità tedesche.

Ieri Paolo Gentiloni, Laurent Fabius e Frank-Walter Steinmeier hanno firmato una lettera congiunta e un documento da inviare all’Alto rappresentante Federica Mogherini in vista dell’informale Esteri di venerdì e sabato prossimo a Lussemburgo che già aveva all’ordine del giorno l’immigrazione ed il possibile passaggio alla "fase 2" della missione navale europea antiscafisti. Il regolamento di Dublino ha "difetti" e quindi occorre "rivedere il sistema d’asilo" e "riflettere su una risposta adeguata con l’obiettivo di raggiungere una giusta distribuzione dei profughi in Europa". Il Vecchio Continente appare, anche in questa occasione, fortemente diviso. Il premier britannico David Cameron, però, continua a ripetere che "prendere più rifugiati" non è la risposta giusta. Anche il primo ministro ungherese Viktor Orbàn è dello stesso avviso. "Chi è sovraccarico - avverte - non può prendere nessuno".

Parigi Roma e Berlino indicano a chiare lettere che "l’attuale sistema d’asilo europeo in situazione di flussi eccezionali" fa acqua da tutte le parti. Nonostante le critiche dei Paesi dell’Europa centrale e dell’Est, la Commissione è decisa ad andare avanti a mettere a punto il nuovo piano per gestire l'invasione (e non per fermarla). Il nuovo piano del presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, sarà composto da due tronconi: misure d'emergenza e misure di lungo periodo. Alla base ci saranno la sospensione del Trattato di Dublino e, quindi, un meccanismo di redistribuzione permanente dei richiedenti asilo sulla base di vari indici che, oltre a tenere in considerazione l'estensione del territorio e la densità, vengono calcolati sulla base del pil e del tasso di disoccupazione. Secondo il Messaggero Juncker vorrebbe poi introdurre "l'obbligatorietà per tutti i paesi Ue di accogliere i profughi, con sanzioni pesantissime per quanti scegliessero di rifiutare la politica comune".

Insomma, chi non accoglie paga. Ma Repubblica Ceca, Slovacchia, Polonia e Ungheria non staranno certo a guardare. Hanno già calendarizzato per venerdì un vertice che servirà a mettere a punto una strategia comune che depotenzi il piano di Juncker.

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