Guerra in Ucraina

Mosca vieta ingresso a moglie e figlia di Biden: "Sono russofobiche"

Le due sono state inserite nella "stop list" del ministero degli Esteri russo che ha pubblicato l'elenco con tutti i nominativi "sgraditi" a Putin che non possono mettere piede nel Paese

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Putin "copia" l'Occidente e impone sanzioni alla moglie e alla figlia del presidente americano Joe Biden. A causa della loro "linea russofobica" come ha dichiarato il ministero degli Esteri di Mosca, Jill e Ashley Biden non potranno mettere piede nel territorio russo. Di certo non si strapperanno i capelli anche perché non era previsto alcun viaggio imminente della first lady americana con la figlia 41enne ma tant'è. Oltre a loro, il governo russo ha imposto sanzioni anche ad altri leader americani tra cui alcuni senatori, come Charles Grassley, Kirsten Gillibrand e Susan Collins e professori universitari come Francis Fukuyama.

La "stop list" russa

Come riporta l'agenzia di stampa russa Tass, tra i destinatari del provvedimento figurano anche diversi docenti, ricercatori universitari ed ex funzionari del governo a stelle e strisce. "In risposta alle sanzioni statunitensi in continua espansione contro personaggi politici e pubblici russi, 25 cittadini statunitensi vengono aggiunti alla "stop-list", si legge nel comunicato. Tra questi, i senatori sono considerati i "responsabili della formazione del corso russofobico" di Washington, membri del cosiddetto gruppo "McFaul-Yermak" che starebbe sviluppando "raccomandazioni in merito alle restrizioni anti-russe", così come "i membri della famiglia del presidente Joe Biden", afferma il ministero.

I sanzionati "indeterminati"

L'elenco è consultabile sulla pagina ufficiale del Ministero degli Esteri di Mosca. Accanto tutti e 25 i sanzionati figura, appunto, anche il ruolo nel governo o la professione. Alla fine di ques'elenco, poi, si trova il link con l'elenco generale dei cittadini americani a cui è stato negato l'ingresso nel territorio della Federazione Russa a tempo indeterminato: qui la lista è lunghissima e comprende 1.048 nomi che spaziano da altri senatori al vicedirettore dell'Fbi, dall'ex ammistratore delegato della United Airlines al rappresentante commerciale degli Stati Uniti, Katherine Chi Tai. In alcuni casi, invece, accanto a nome e cognome dei sanzionati appare la semplice scritta "cittadino statunitense" ma senza indicarne il ruolo lavorativo. Come mai? Forse queste persone potrebbero essere vicine a nomi di alto rango e, di conseguenza, la spada di Damocle penderebbe anche su di loro.

Putin gioca a "scacchi" con la Nato: "voi ci sanzionate, e noi anche", un po' come succede con il taglio del gas.

Peccato, però, che il Cremlino dimentichi sempre una cosa fondamentale: le sanzioni contro la Federazione Russa sono avvenute (doverosamente) dopo l'invasione di un altro Paese avvenuta il 24 febbraio scorso, dopo i crimini di guerra commessi dall'esercito russo e per la mancanza di volontà di un cessate il fuoco da parte del presidente russo.

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