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"Lo scriviamo direttamente col sangue...". Cosa hanno fatto questi militari

Un gruppo di militari dell'esercito ucraino a Odessa avrebbe scritto con il proprio sangue una lettera indirizzata alla Corte europea dei diritti dell'uomo in cui viene richiesta la No fly zone

"Lo scriviamo direttamente col sangue...". Cosa hanno fatto questi militari

Come prevedibile, dopo la diffusione delle immagini di Bucha, cittadina alle porte di Kiev, è stata rinnovata la richiesta di una No fly zone sull'Ucraina. Non è la prima volta che il Paese interessato nel conflitto con la Russia avanza una simile pretesa nei confronti dell'Occidente, che sino ad ora si è mostrato molto restio a riguardo, specie per le conseguenze che ciò potrebbe comportare.

Stamani, tuttavia, Ansa ha riportato il contenuto di una lettera, una missiva che un gruppo di militari dell'esercito ucraino a Odessa avrebbe addirittura scritto con il proprio sangue, indirizzata alla Corte europea dei diritti dell'uomo (Cedu). "La debolezza dei leader degli Usa e dei Paesi Ue costa ogni giorno a militari e civili ucraini centinaia di vite. Ecco perché abbiamo scritto questo appello alla Corte europea dei diritti umani direttamente con il sangue, perché oggi qui fermiamo un'aggressione diretta a voi pagando con le nostre vite", affermano i militari. Quindi il rinnovo della richiesta di No fly zone: "L'Ucraina ha bisogno che il cielo sia messo in sicurezza".

Ma cosa comporterebbe una scelta simile? Con il termine No fly zone si intende l'assoluto divieto di volo sui cieli dell’Ucraina. Questo porterebbe ad un attacco diretto nei confronti degli aerei russi in caso di violazione: tale attacco potrebbe però facilmente innescare proprio ciò che tutti temono, ossia una possibile terza guerra mondiale. Il rischio di un'escalation militare, con l'aggiunta di altri Paesi nel conflitto, sarebbe infatti elevatissimo.

L'Italia, almeno fino a questo momento, si è opposta. Lo scorso mese, quando già l'Ucraina chiedeva a gran voce il divieto di volo sui propri cieli, il ministro degli Esteri Luigi di Maio aveva affermato che il nostro Paese si sarebbe opposto con tutte le sue forze ad una No fly zone della Nato. L'Italia è più che consapevole dei rischi e, per il momento, i politici sembrano più propensi a proseguire sulla strada delle sanzioni. Recenti le dichiarazioni del segretario del Pd Enrico Letta, che ha chiesto un embargo completo su petrolio e gas russi, nonostante le serie conseguenze che una simile scelta potrebbe portare all'Italia.

Intanto gli Stati Uniti hanno dichiarato, tramite la loro ambasciatrice presso le Nazioni Unite Linda Thomas-Greenfield, di avere intenzione di richiedere la sospensione della Russia dal Consiglio Onu per i Diritti Umani, mentre la Lituania ha espulso l'ambasciatore russo Alexei Isakov.

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