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Macron rivoluziona Schengen ma ci rimette sempre l'Italia

La proposta prevede la limitazione dei movimenti secondari all'interno della Ue. Beffati i Paesi di sbarchi

Macron rivoluziona Schengen ma ci rimette sempre l'Italia

Al vice presidente della Commissione Europea Margaritis Schinas hanno dato anche il titolo di Commissario per lo stile di vita europeo, ma si meriterebbe pure la rappresentanza per l'ipocrisia. Ieri illustrando una riforma del Trattato di Schengen scritta su misura per il signore dell'Eliseo Emmanuel Macron e presentata alla vigilia della presidenza di turno francese (al via il 1° gennaio), Schinas ha precisato che «la soluzione a tutto è l'adozione del patto per le migrazioni e 7 l'asilo». Peccato che i vertici Ue - pur di evitare una riforma del Trattato di Dublino invocata dall'Italia, ma pericolosissima per Macron in vista del voto per l'Eliseo Ventimiglia. Adesso, grazie alle modifiche proposte, quegli eccessi diventeranno legge. E l'Italia dovrà accettarli. Il tutto mentre l'eventuale modifica di Dublino e delle regole che c'impediscono sia di chiudere i nostri confini marittimi, sia di redistribuire in Europa i migranti, vengono rinviate a non prima della prossima estate. Ovviamente sia il rinvio, sia la modifica di Schengen rispondono all'esigenza di favorire un Macron che sui migranti si gioca la partita con le destre di Eric Zemmour e Marine Le Pen. Mentre la modifica di Dublino lo costringerebbe ad accettare nuove regole sulla redistribuzione, capaci di comprometterne la rielezione, l'opportunità di rispedire i gendarmi ai confini di Italia e Spagna saranno rivendute come grandi novità, che potrebbero venir introdotte a ritmi serrati grazie al semestre di presidenza europea francese. «Normalmente spiega Procaccini - una modifica simile ci metterebbe due anni a passare, ma qui siamo davanti a una forzatura francese e i tempi, vista l'imminenza del voto per l'Eliseo, potrebbero ridursi a qualche mese». Rimane da vedere la reazione del governo italiano a cui resta la possibilità di minacciare un "no" in sede di Consiglio Europeo che comprometterebbe l'indispensabile unanimità. Ma si tratterebbe di un sgarbo non da poco all'indomani dalla firma del Trattato del Quirinale, nel pieno di una presidenza di turno francese e nel mezzo di una campagna elettorale decisiva per Macron. Eppure sarebbe un "no" indispensabile per ribadire, con Spagna, Grecia e Malta, il dramma del Mediterraneo. Un fronte dove si contano 1559 vittime nei primi 11 mesi del 2021 contro i 1448 del 2020 (dal rapporto di Migrantes fondazione della Cei). E crescono i minori non accompagnati destinati ai mercati del sesso e del lavoro nero passati, in Italia, dai 5.979 del 2020 agli attuali 9.385 (+62%).

Il tutto mentre gli aventi diritto allo status di rifugiato restano meno del 12%.

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