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Mali, rapita missionaria svizzera

La donna, originaria di Basilea, era già stata rapita nell’aprile del 2012. Nel Paese, ex colonia francese, la tensione resta molto alta

Mali, rapita missionaria svizzera

La missionaria evangelica svizzera Béatrice Stockly è stata rapita questa notte mentre si trovava all’interno della sua abitazione a Timbuctù, nel nord del Mali. Secondo le poche notizie trapelate, è stata prelevata intorno alle 3.30 di notte da uomini armati che farebbero parte di un gruppo legato ad Al Qaeda nel Maghreb (Aqim).

La donna, originaria di Basilea, era già stata rapita nell’aprile del 2012 ed era stata liberata dopo alcuni giorni grazie alla mediazione condotta dall’ex presidente-padrone del Burkina Faso Blaise Compaoré. Tra le varie condizioni per il rilascio, il gruppo armato aveva imposto che la missionaria non sarebbe dovuta tornare. Ma Béatrice Stockly, che vive nel Paese da circa dieci anni, ci è tornata. E, molto probabilmente, è proprio per questo che è stata sequestrata di nuovo dai miliziani jihadisti.

In Mali, ex colonia francese, la tensione resta molto alta. Nel gennaio del 2013, su iniziativa della Francia, è stata lanciata l’operazione Serval per riprendere il controllo dei territori sahariani settentrionali. Ma diversi gruppi armati sono ancora attivi e nell’ultimo periodo hanno intensificato le violenze.

L’ultimo feroce attacco si è verificato nel novembre scorso, con l’assalto all’Hotel Radisson Blue di Bamako.

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