Clinton: "Gli agenti russi hanno rubato le mail dei democratici"

Tre attacchi hacker in pochi giorni contro i democratici. L'Fbi indaga. Il sospetto: Mosca vuole condizionare le elezioni americane. Ma la Russia nega. Hillary Clinton però rilancia l'accusa

Clinton: "Gli agenti russi hanno rubato le mail dei democratici"

Hillary Clinton accusa i servizi di intelligence russi di avere hackerato i computer del Comitato nazionale democratico (Dnc). "Sappiamo che i servizi di intelligence russi hanno hackerato il Dnc e sappiamo che hanno organizzato la diffusione di molte di quelle e-mail", ha detto la Clinton in un'intervista a Fox News Sunday, in cui ha anche accusato Donald Trump per aver mostrato il proprio sostegno al presidente russo Vladimir Putin. La politica americana si infiamma in vista del voto dell'8 novembre.

Le mani di Putin sul voto americano?

Tre attacchi informatici in pochi giorni. E la politica americana si scopre più vulnerabile che mai. Con accuse durissime di ingerenze esterne sulle elezioni, e piccate risposte. Dopo le dichiarazioni di Barack Obama, che in un'intervista a Nbc News non ha escluso che la Russia stia tentando di favorire Donald Trump nella corsa alla Casa Bianca, la risposta del Cremlino non si è fatta attendere. "Il presidente Putin - fa sapere il portavoce della presidenza russa, Dmitry Peskov - ha detto ripetutamente che la Russia non ha mai interferito negli affari interni, in particolare nei processi elettorali di altri Paesi".

Intanto l'Fbi indaga. Secondo il New York Times, l’attacco ai sistemi informatici democratici sembra provenire da "FancyBear", collegato al servizio di intelligence militare russo (Gru). Una fonte interna alla polizia federale rivela che "sono coinvolti attori sofisticati". Ma quali segreti sarebbero stati violati? Non pochi, se si tiene conto che gli hacker hanno violato la posta elettronica del comitato nazionale del partito democratico, gli archivi dei finanziatori e persino il data-base elettorale della campagna di Hillary Clinton.

Il "caso" è scoppiato lo scorso 22 luglio (tre giorni prima dell'inizio della Convention di Philadelphia), quando Wikileaks ha pubblicato circ 20mila mail scambiate dai vertici del partito democratico nel corso della lunga campagna elettorale. Ne è emerso il meticoloso lavoro messo in atto dal partito dell'asinello per ostacolare Bernie Sanders.

Qualche giorno fa Julian Assange ha fatto sapere di essere pronto a pubblicare nuovi documenti sulla Clinton. Qualcuno insinua: che rapporti ha il fondatore di Wukileaks con il'intelligence russa? Un altro nome famoso del mondo hacker, Edward Snowden (in esilio a Mosca), prende di mira Assange per l'assenza di qualsiasi filtro nel rivelare il materiale top secret. La replica è immediata: parla così perché spera di essare graziato.

Ma che interesse avrebbe la Russia di Putin a condizionare il voto americano? Di sicuro il Cremlino preferirebbe avere Trump come interlocutore a Washington. E non è solo una questione di simpatia. Il tycoon ha già fatto sapere di voler cambiare l'atteggiamento Usa nei confronti della Nato, eliminando le garanzie automatiche di mutua assistenza previste dai trattati in caso di attacco russo alle Repubbliche baltiche ("gli Usa aiuteranno chi è in regola con i conti"). Poi ha tolto dal programma repubblicano la promessa di fornire "armi difensive letali" all’Ucraina nella lotta contro i separatisti. Infine Putin non ha mai perdonato a Bill Clinton di aver esteso i confini della Nato fino ai confini russi, così come le guerre nei Balcani negli anni Novanta. E in passato il presidente russo ha polemizzato non poco con Hillary Clinton, quando era segretaria di Stato, accusandola di interferire negli affari interni della Russia.

La guerra degli hacker va avanti

Mentre negli Usa l’Fbi ha aperto un’indagine sulla violazione del sistema di mail del partito democratico e della campagna di Hillary Clinton, a sua volta alcune agenzie del governo di Mosca sarebbero state vittime di un cyber attacco. Lo riferisce la Bbc, secondo cui il controspionaggio Fsb (erede del Kgb) ha individuato un "virus" nelle reti di circa 20 organismi governativi. Fsb ha preferito non fare alcuna ipotesi su chi possano essere i responsabili dell’attacco.

Leon Panetta: Trump e la Russia? Inaccettabile

Trump non può essere il comandante in capo degli Stati Uniti, "non è qualificato" per diventare presidente. L'affondo di Leon Panetta, ex direttore della Cia ed ex segretario alla Difesa, è molto duro. Non ha mandato giù le dichiarazioni con cui il candidato repubblicano ha esortato la Russia a trovare le 30mila mail sparite dal server privato di Hillary Clinton. "Questo genere di dichiarazioni dimostra solo che non è realmente qualificato per essere il presidente degli Stati Uniti - tuona Panetta in un'intervista alla Cnn -. Va oltre la mia comprensione della responsabilità che i candidati debbano essere fedeli al loro Paese ed al loro Paese soltanto e non si mettano in comunicazione con qualcuno come Putin e la Russia, cercando di coinvolgerli in uno sforzo per tentare una cospirazione contro un altro partito".

Invece, continua Panetta, qui c'è un candidato presidenziale che "chiede ai russi di entrare nella politica americana e io penso che questo sia inaccettabile, sono molto preoccupato per le sue qualità di leadership o per la mancanza di qualità".

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