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Maxi partita di droga per l'Isis sequestrata al porto di Genova

La Guardia di Finanza ha sequestrato 37 tonnellate di Contramal, anche noto come "droga del combattente", destinato molto probabilmente alle bandiere nere in Libia

Maxi partita di droga per l'Isis sequestrata al porto di Genova

Questa mattina, la guardia di finanza di Genova ha sequestrato oltre 37 tonnellate di Contramal, noto anche come "droga del combattente" e molto usato nelle zone di guerra del Medio Oriente e tra i jihadisti. Questo stupefacente, che avrebbe fruttato oltre 75 milioni di dollari, è un composto derivato dal legame tra amfetamina e teofillina. Le pastiglie sono a base di tramadolo cloridrato, un principio attivo che anestetizza il dolore e, per questo, il Contramal viene anche chiamato "droga del combattente".

Il carico, come spiegato stamane dagli uomini del servizio Antifrode della Agenzia delle Dogane e della guardia di Finanza di Genova, era stipato in alcuni container, partiti dalla India e diretti in Libia, a Misurata e Tobruch.

Il sospetto degli inquirenti è che quel denaro avrebbe alimentato i canali di spaccio sotto il controllo dello Stato islamico, come confermato dal procuratore capo di Genova, Francesco Cozzi: "Una operazione importante che ha portato a tagliare una quota di finanziamenti alle organizzazioni terroristiche".

In Nord Africa e in Medio Oriente il tramadolo è considerato una droga, per questo nel primo porto dove il carico è transitato, in Sri Lanka, l'oppiaceo è stato cancellato dalla documentazione. Gli stupefacenti erano nascosti tra stoffe sintetiche, shampoo e sotto alcuni cartoni. Ogni pastiglia, sul mercato nero sarebbe stata venduta a circa 2 euro. Il Contramal è, come il più noto Captagon, utilizzato in moltissimi Paesi in guerra, come la striscia di Gaza o la Nigeria dove viene somministrato dai terroristi di Boko Haram ai bambini, per costringerli agli attacchi kamikaze.

L'oppiaceo viene utilizzato anche dall'Isis, secondo quanto segnalato dalla Dea americana. Il tramandolo è diffuso anche tra i migranti.

La indagine, aperta contro ignoti, è coordinata dal sostituto procuratore Federico Manotti: il fascicolo è stato aperto per falso, con la aggravante delle finalità di terrorismo.

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