L'Olanda torna ad attaccare. In un momento difficile per l'Unione europea, il ministro dell'Interno, Mark Harbers, ha scritto una lettera al commissario agli Affari interni, Dimitris Avramopoulos, per denunciare la mancata registrazione e i movimenti secondari di migranti da Italia, Grecia e Germania. L'emergenza, che mette a rischio la tenuta di un'Europa senza controlli alle frontiere di Schengen, era già stato sollevato da Berlino nei giorni scorsi con il ministro dell'Interno tedesco Horst Seehofer che pretenderebbe che Roma si riprenda tutti i "dublinanti". Un modo per scaricare il problema solo sulle spalle dell'Italia. Tanto che Matteo Salvini ha rispedito al mittente la proposta del governo Merkel.
Nei giorni scorsi Giuseppe Conte aveva messo bene in chiaro che non è con l'accoglienza indiscriminata che l'Italia e l'Europa possono "affrontare e risolvere il problema dell'immigrazione". "Abbiamo già 5 milioni di poveri in Italia", aveva fatto notare il premier ribadendo che la questione va sistemata con "logica strutturale" e non emergenziale, perché la gestione attuale dei flussi non mette in difficoltà solo l'Italia, ma "l'Europa intera". "Prima ancora di arrivare all'accoglienza e gestione su cui si accendono i riflettori - aveva spiegato il presidente del Consiglio - ci sono tanti strumenti di intervento e tante proposte che guardano ai Paesi di origine e di transito, che puntano a gestire i canali umanitari. Poi vengono le operazioni di soccorso e infine i meccanismi di redistribuzione interna, i rimpatri, i movimenti secondari. Ma c'è tanto da fare prima". In Europa, però, ci sono diversi Paesi a cui non sta a cuore la risoluzione dell'emergenza quanto piuttosto alleggerire le pressioni sui propri confini.
Dopo la Germania, ora anche l'Olanda ha iniziato a puntare i piedi. Tra luglio 2015 e settembre 2018, secondo il report fornito dal governo dell'Aia a Bruxelles, poco più del 50% dei richiedenti asilo arrivati non erano stati registrati nei Paesi di primo ingresso. Lo scorso agosto il dato è stato del 48%. "Questi numeri sono sorprendentemente alti", ha sbottato il ministro Harbers che già sei mesi fa aveva alzato un polverone con Avramopoulos puntando il dito sui movimenti secondari dei migranti che, dopo essere stati registrati nei Paesi di primo ingresso, si trasferiscono in altri Stati membri, in violazione delle regole di Dublino. Tra gennaio e agosto 2018, il 22% degli stranieri arrivati in Olanda erano stati precedentemente registrati in Italia, il 19% in Germania, l'11% in Grecia. Nel caso dell'Italia la maggioranza (55%) sono migranti illegali, mentre per la Germania si tratta prevalentemente di richiedenti asilo (quasi il 100%).
Nella lettera a Avramopoulos, Harbers denuncia il fatto che l'attuale sistema permette ai migranti di scegliere lo stato membro nel quale vogliono ottenere protezione internazionale (lo shopping dell'asilo). "In questo modo - scrive il ministro olandese - si incoraggiano gli altri Stati membri a reintrodurre i controlli alle frontiere interne di Schengen e a concludere accordi bilaterali per gestire i movimenti secondari, portando a una 'ri-nanzionalizzazione' delle politiche migratorie".
Pur sostenendo la richiesta dell'Italia di avere maggiore solidarietà in termini di ricollocamenti dei richiedenti asilo, Harbers pretende da Avramopoulos "una soluzione strutturale" al problema dei movimenti secondari e si dice anche pronto a lavorare per mettere in pratica il concetto di "centri sorvegliati".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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