L'islamismo è nelle nostre città : ora bonificate questi quartieri

Quartieri, banlieue, ghetti. Sono questi i focolai dove sorge e si alimenta l'odio islamista. È stato detto, ripetuto, segnalato. Ma le soluzioni non sono state trovate. Così gli attentatori di Charlie Hebdo hanno continuato a pensare e pianificare le loro stragi in quelle zone più degradate delle città europee. Lì ha trovato rifugio Salah Abdeslam, uno degli attentatori del novembre scorso a Parigi. E in quegli stessi ghetti d'Italia cresce il radicalismo che ci spaventa.

Le periferie sono quelle di Milano, come viale Jenner. O come via Imbonati, alla fermata della metro di Macciachini. Zone dove l'integrazione non esiste, perché mancano gli italiani che dovrebbero integrare. E perché chi dovrebbe fare lo sforzo di accettare e assimilare la cultura nostrana, non lo fa. Centri culturali islamici incontrollati e incontrollabili. Un proliferare di negzi e luoghi etnici da far imbarazzare le più grandi China town. "In questa Bruxelles ci sono interi quartieri senza controllo - ha detto oggi Matteo Salvini - che non sono Belgio, non sono Europa, non sono occidente, non sono civiltà: sono covi di organizzazione di odio e violenza e quindi dobbiamo darci una sveglia, aiutando le forze dell'ordine a fare il loro mestiere senza se e senza ma". "Facciamoci un esame di coscienza - ha concluso - sul fatto che tutti dovremmo avere più attenzione, occhi più aperti: ci sono ghetti che vanno bonificati e ripuliti via per via, palazzo per palazzo".

Così come Milano, ci sono Roma, Torino, Genova, Firenze. Nessuna città ne è immune. Come non ne sono escluse le banlieue francesi, come non si salva Molenbeek. Il quartiere belga dove è stato arrestato Salah. Il quartiere dove la sharia si fa legge e il Corano stile di vita. In barba a tutte le regole di convivenza occidentale.

Un quartiere islamizzato come è diventato già da tempo viale Jenner.