«Ciao Becky, che fai martedì sera? Ti va di cenare con il presidente?», dove il presidente è Barack Obama, leader degli Stati Uniti d'America, e Becky è una signora di Kansas City, Missouri, che gli ha da poco scritto una lettera. Non capita tutti i giorni di ricevere una telefonata da un assistente del presidente americano, Josh Earnest, un nativo di Kansas City. È stato lui ad alzare la cornetta nei giorni scorsi e contattare quattro residenti della città, visitata questa settimana da Obama: «La chiamo per dirle che è invitata a una cena con il presidente degli Stati Uniti, può venire?», ha spiegato Earnest a tutti, ripreso in un video messo sul sito della Casa Bianca. Il presidente, spiega il capo del suo ufficio stampa, cerca ogni giorno di rispondere ad almeno dieci delle migliaia di lettere che riceve dai cittadini, per capire quali sono le priorità e le preoccupazioni degli americani. Da diverse settimane, tra pizze, hamburger, birre e barbecue, Obama visita città e stati per cercare quella connessione con la sua base necessaria, a pochi mesi da elezioni di metà mandato che si prospettano difficili per i democratici, a rafforzarlo.
Non c'è mezzo più efficace del telefono per cercare il contatto diretto con la popolazione, come sa bene il Santo Padre. «Ciao, sono il Papa», «Pronto sono Francesco»: è con massima semplicità che si è presentato il Pontefice a una giovane ragazza incinta abbandonata dal fidanzato, a un'anziana che cura il figlio malato da decenni, a un parroco di Catania, alla mamma di Yara Gambirasio... Papa Francesco, già prima che Obama atterrasse a Kansas City, alzava spesso la cornetta in risposta a un messaggio. È proprio dopo aver scritto una lettera che i quattro cittadini di Kansas City si sono ritrovati martedì sera a mangiare costolette e fagioli con il presidente degli Stati Uniti e a parlare dei loro problemi. Tra i quattro, c'erano uno studente grato per aver ricevuto aiuti finanziari per pagarsi l'università e una madre single che a Obama ha raccontato le sue difficoltà a gestire lavoro e figli.
Non è la prima birra che il presidente si gusta assieme ad anonimi cittadini: soprattutto in questi ultimi mesi del suo secondo mandato, Obama cerca sempre di più il contatto con la popolazione e una via di fuga dalle battaglie quotidiane dell'Ufficio Ovale. Lo fa con un hamburger assieme a una ragazza madre del Delaware, una pizza con gli elettori, un tè allo Starbucks vicino alla Casa Bianca. Questo mese, però, le crisi internazionali non hanno dato tregua alla sua Amministrazione: la guerra in Ucraina, l'abbattimento del volo malese, il conflitto in Israele e a Gaza, l'avanzata degli estremisti islamici in Irak. Secondo i tabulati della Casa Bianca visionati dal quotidiano Usa Today , a luglio il telefono del presidente ha avuto a che fare con capi di Stato e di governo più che con i cittadini. Dalla sua prima elezione nel 2008 - i dati partono dal 2009 e si fermano al 28 luglio - Obama ha chiamato più cancellerie soltanto nel novembre 2012, in seguito alla sua elezione. Nel mese di luglio, il presidente ha telefonato 28 volte a leader internazionali, e il prefisso di chi sta dall'altra parte dell'apparecchio racconta le crisi in corso nel mondo: il premier inglese David Cameron e Angela Merkel sono stati contattati tre e quattro volte; Mark Rutte, primo ministro dell'Olanda in lutto per l'abbattimento del volo MH17 partito da Amsterdam, ha parlato con Obama tre volte.
Il telefono di Benjamin Netanyahu ha squillato tre volte nel mezzo delle ostilità a Gaza - probabilmente il numero è già antico - l'Eliseo è stato contattato due volte, Vladimir Putin, il re saudita Abdullah e il presidente del Consiglio italiano Matteo Renzi una.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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