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Stati Uniti in overdose da oppioidi

Una "pandemia" silenziosa sta mettendo in ginocchio l'America da trent'anni a questa parte. Prima l'ossicodone ora il fentanyl. Solo nell'ultimo anno ci sono stati 100mila morti. Le colpe del sistema sanitario

Stati Uniti in overdose da oppioidi

Il dolore. Parte tutto da lì. Il dolore totalizzante, quello per esempio che blocca la schiena, che immobilizza gli arti, che fa digrignare i denti. È il dolore che non va via nemmeno con una dose di analgesici che potrebbe stendere un cavallo. Poi arriva una medicina che sulla carta, vidimata pure dalla Food and drug administration (Fda), che promette il miracolo. Dieci milligrammi ossicodone, ma a rilascio lento. E la promessa di non creare dipendenza. Un falso miraggio che nell'America a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta ha creato una delle più drammatiche epidemie. Intere comunità si sono ritrovate, nel giro di poco tempo, nella morsa della tossicodipendenza con tutte le piaghe che questa comporta: lo spaccio, la micro criminalità, la prostituzione, l'impennata della disoccupazione e il degrado.

A raccontare quel periodo buio degli Stati Uniti centrali, ex cuore produttivo di tutto il Paese andato in crisi quando miniere e fabbriche hanno iniziato a chiudere, ci ha pensato Dopesick. Dichiarazione di dipendenza, serie tv ispirata al libro bestseller scritto da Beth Macy che ripercorre la maxi inchiesta che agli inizi degli anni Duemila ha inchiodato la casa farmaceutica Pardue e che ha bandito dal commercio (solo dopo aver mietuto migliaia di vittime) il farmaco Oxycontin. L'ossicodone, però, solo uno degli innumerevoli farmaci immessi sul mercato statunitense e poi ritirati perché causa di devastanti dipendenze. Un'altro caso è, per esempio il Fentanyl, potentissimo analgesico che, come raccontato in altre due mini serie in streaming in queste settimane (Omicidio a Easttown e American rust), ha continuato a devastare gli stessi Stati su cui la Pardue aveva scommesso per commercializzare il proprio farmaco. Stati in cui una vita di lavoro fisico obbligava le persone a convivere col dolore cronico. E così, da almeno tre decenni, l'America è flagettata da una crisi da cui non si vede via d'uscita.

I grafici continuano a salire. Inesorabilmente. Tra l’aprile del 2020 e del 2021 il National Center for Health Statistics ha registrato un nuovo boom: nel giro di un anno gli americani morti per overdose sono stati oltre 100mila. Una cifra a dir poco impressionane che supera di gran lunga la somma delle persone che hanno perso la vita in un incidente stradale e per arma da fuoco. Si tratta del 30% in più rispetto ai 78mila dell'anno precedente. E, sebbene il New York Times abbia rilevato un leggero miglioramento nel secondo semestre del 2021, nel giro degli ultimi cinque anni i decessi per overdose sono più che raddoppiati. Come si vede bene in Crisis, film uscito al cinema all'inizio di quest'anno, la maggior parte dei decessi (circa il 70%) riguarda uomini tra i 25 e 55 anni bianchi. Inizialmente ad è essere colpita da questa epidemia silenziosa (a lungo taciuta dai media) è soprattutto l’ex cintura arrugginita, il Mid-West della Rust belt. Oggi, però, quasi nessuno Stato sembra immune. Anche la California, dove i radical chic si fanno costantemente col microdosing e considerano ancora cool l'Lsd, è finita nell'occhio del ciclone. Al pari di Tennessee, Louisiana, Mississippi, West Virginia e Kentucky è stato registrato un aumento di decessi di oltre il 50%. In Washington, Oregon, Nevada, Colorado, Minnesota, Alaska, Nebraska, Virginia e Carolina, invece, ci assestiamo di poco sopra il 40%. Caso limite quello del Vermont che, per quanto in numero assoluto abba casi contenuti, fa segnare un incremento dell’85%.

Numeri e percentuali rischiano di rendere il dramma asettico. Per questo serie tv come Dopesick riescono a spiegare a noi europei un problema che difficilmente riusciremmo a capire. Nel guardarle la domanda che sorge sin dalle primissime battute è: come è possibile che la Fda abbia dato il via libera alla commercializzazione di farmaci così pericolosi? E soprattutto: perché i medici di base, gli specialisti, i pronto soccorso e gli ospedali si sono messi a prescrivere ricette su ricette come se niente fosse creando così un vastissimo esercito di drogati? Un ruolo importante lo ha l'attività di lobbying che sta dietro all'approvazione del farmaco. Una volta ottenuta, si passa alla fase due: i commerciali piazzano a tappeto il farmaco facendo pressioni sugli studi medici. Una volta che farmaci a base di oppiodi attcchiscono sul mercato, la richiesta non può che crescere. Per l'Oxicontin, per esempio, si parte inizialmente con una dose di 10 mg ma, non appena risulta evidente che il rilascio lento non copre le ore desiderate, non resta che alzare la dose. Ed è stato così che nel giro di breve la Pardue è arrivata a rilasciare la pillola da 80 mg.

Negli Stati Uniti ci sono state diverse ondate degli oppioidi. Quella rilevata dal National Center for Health Statistics è soltanto l'ultima in termini di tempo e non ha fatto altro che aggravare un quadro già compromesso. La maggior parte dei 100mila decessi registrati quest'anni sono stati causati dall'abuso di oppioidi sintetici. In cima alla lista c'è sicuramente il fentanil, che risulta essere cento volte più potente della morfina, ma a scorrere il lungo elenco delle sostanze, accanto a metanfetamine, cocaina e oppioidi naturali, troviamo anche moltissimi antidolorifici da prescrizione. Esattamente come sul finire dello scorso anno con l'epidemia da ossicodone. Per il dottor Andrew Kolodny, responsabile dell’Opioid Policy Research Collaborative all'Università di Brandeis, vicino Boston, molti tra i morti di quest'anno erano persone che soffrivano già di dipendenze o che si trovavano in fase di recupero e hanno avuto una ricaduta. Quello che è certo, ha spiegato Kolodny al Times, è che per la maggior parte di loro l'incubo ha avuto inizio con semplici prescrizioni di antidolorifici per uso medico. Nel giro di poche settimane i trattamenti si sono poi trasformati in dipendenze che li hanno accompagnati fino alla tomba. "Agli adolescenti - ha, infine concluso - vengono somministrati oppioidi regolarmente fin da quando iniziano a spuntare i denti del giudizio".

Subito dopo la pubblicazione dei risultati i funzionari federali hanno dichiarato che amplieranno le forniture di naloxone, un potente medicinale capace di invertire gli effetti di un’overdose. Una sorta di resuscita-morti che con una spruzzata nel naso è capace, almeno così dicono, di evitare la morte a migliaia di persone. La commercializzazione di questo farmaco, purtroppo, ha avuto l'effetto contrario: agli occhi dei tossici il rischio di andare in overdose sta via via sembrando sempre meno pericolose. E questo li sta espendo sempre più alla morte.

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Due confezioni di Oxycontin

Per anni gli americani hanno visto le proprie famiglie e intere comunità inghiottite dagli oppiodi e hanno iniziato a chiederne conto alle autorità. Esattamente come è successo nella causa contro la Pardue per l'Oxicontin. In questi giorni a finire sul banco degli imputati è stato, invece, il circuito della grade distribuzione farmaceutica. A Cleveland una giuria federale ha stabilito che tre grandi catene di supermercati autorizzate a vedere farmaci, la CVS Health, Walmart e la Walgreens, sono tra i responsabili della crisi degli oppioidi che hanno colpito due contee dell'Ohio. Si stratta di uno dei primi casi in cui un rivenditore è stato ritenuto responsabile diretto della crisi. Le sentenze, se da un lato rappresentano una luce per le persone colpite, dall’altro rischiano di essere un unicum. In passato, infatti, non era andata altrettanto bene. Solo nella seconda metà del 2021, in due distinte cause, i giudici di California e Oklahoma hanno respinto le istanze contro i produttori di oppioidi. Per i togati non era possibile trovare un collegamento diretto tra la produzione dei farmaci e le overdose, soprattutto alla luce delle singole leggi degli Stati. In cause analoghe altre catene hanno preferito cercare un'intesa coi querelanti per evitare il processo. È il caso, per esempio, di Walgreens, Rite Aid, CVS e Walmart che hanno staccato un assegno da 26 milioni di dollari per le contee di New York, Nassau e Suffolk.

Man a mano che l'opinione pubblica ha preso coscienza del fenomeno e a livello sanitario è stato dato un freno agli antidolorifici, l'emergenza si è sempre più legata al mercato illegale. Più cala il numero delle prescrizioni più cresce il consumo di sostanze illecite come il fentanyl che nel frattempo è stato giustamente messo fuori commercio e viene importato negli Stati Uniti dai cartelli della droga messicani. A Cleveland gli avvocati delle contee coinvolte hanno convinto la corte che quando la fornitura è diminuita i pazienti avevano ormai raggiunto un livello di dipendenza tale da "costringerli" a chiedere "aiuto" agli spacciatori.

Per ora la giuria ha dato ragione alle contee su tutta la linea, ma la sentenza può ancora essere ribaltata in appello, segno la battaglia per trovare e punire i responsabili è lontana da una conclusione.

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Lo stabilimento della Purdue

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