La stuprano inneggiando Allah. Poi postano il video dell'abuso sui social

Lo stupro è avvenuto giovedì scorso in una banlieue a sud di Parigi. Alcuni esponenti del governo, anziché interrogarsi sulla terribile violenza, hanno puntato il dito contro Twitter

La stuprano inneggiando Allah. Poi postano il video dell'abuso sui social

In Francia, in una banlieu a sud di Parigi, due sedicenni di origine africana hanno stuprato una ragazza minorenne, filmato l'abuso e condiviso il video sui social network. Durante la violenza sessuale gli assalitori hanno più volte citato Allah, il Corano e la Mecca.

L'episodio, raccontato dai giornali francesi e poi ripreso anche da La Verità, è avvenuto giovedì 19 dicembre a Morsang-sur-Orge, nel dipartimento dell'Essonne. Gli autori dello stupro, come detto, hanno postato il filmato della violenza sulla rete. Quelle brutali immagini, oltre a essere state condivise da numerosi utenti, hanno consentito agli inquirenti di risalire all'identità dei presunti stupratori. I due assalitori sono stati arrestati sabato scorso.

La dinamica dei fatti

L'aggressione sessuale è avvenuta nell'androne di un palazzo. Il classico palazzone tipico di quelle periferie francesi in cui a regnare sono la delinquenza, lo spaccio di droga, il crimine e, più in generale, il degrado. Il video dello stupro dura circa un minuto e mezzo ed è rimbalzato da un social all'altro, riscuotendo particolare "successo" su Twitter.

Le drammatiche immagini iniziano con la vittima minorenne che fugge, inseguita e insultata dai due sedicenni. Dalle loro bocche escono frasi violentissime: offese che si confondono con termini che rimandano alla religione islamica. “Giuro sul Corano della Mecca, grida e vedrai il ciaffone che ti do”, urla uno degli stupratori alla ragazzina spaventata.

In un secondo momento gli stupratori ordinano alla giovane di seguirli: “In nome di Dio, ti giuro sul Corano della Mecca: è meglio se rifletti nella tua testa e che sali da noi perché sta per arrivare una squadra […] noi siamo i più buoni, quelli che stanno arrivando faranno rimpiangere [..] su mia madre ti giuro: non ne esci viva. Morirai”. A quel punto la violenza verbale si trasforma in violenza fisica.

Al di là del gravissimo reato, l'atteggiamento dei due stupratori evidenzia per l'ennesima volta la pericolosità della sottocultura filo islamista che ormai è padrona delle banlieu parigine. Secondo questa visione le donne non contano niente. Sono soltanto oggetti che servono a soddisfare i desideri degli uomini. Degli esseri inferiori da insultare e malmenare a piacimento.

Twitter sulla graticola

L'episodio ha inoltre provocato numerose polemiche per come i gestori dei social network hanno gestito la situazione. Già, perché nonostante la polizia abbia più volte invitato gli utenti di Twitter a non condividere il video, il filmato è rimasto in circolazione per ore prima di essere rimosso.

Il governo francese, a quel punto, anziché riflettere sullo stato pietoso in cui si trovano le periferie del Paese, ha pensato bene di attaccare Twitter. La sottosegretaria alle Pari opportunità, Marlène Schiappa non ha dubbi: “Il video è rivoltante. Non appena ne ho preso coscienza ho subito contattato Twitter per fare in modo che lo rimuovesse. Delle copie sono ancora in circolazione. Questo social network non è all'altezza, i criminali lo sanno, ecco perché se ne servono”.

Il rischio più grande,

adesso, è che l'opinione pubblica francese non si fermi a riflettere tanto sul grave reato commesso dai due giovanissimi africani e sulle tensioni che attraversano i quartieri della periferia, quanto sul funzionamento di Twitter. In quel caso sarebbe una sconfitta per tutti.

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