Mondo

Parigi non si arrende: pronta un'altra protesta di piazza

Continuano le manifestazioni nazionali contro la riforma delle pensioni in Francia. Domani la capitale Parigi sarà invasa nuovamente dall’ennesima mobilitazione, organizzata dai sindacati, per convincere il governo a fare dietrofront sul disegno di legge previdenziale

Parigi non si arrende: pronta un'altra protesta di piazza

Una nuova mobilitazione di massa è attesa nelle prossime ore a Parigi per ancora una volta dire no al disegno di legge sulla riforma delle pensioni, avanzato dall’attuale governo in carica, guidato dal presidente francese Emmanuel Macron.

La giornata di domani vedrà scendere per le vie della Ville Lumière, e in molte città francesi, decine di migliaia di persone che manifestano per il proprio diritto alla pensione e per mantenere lo stato attuale della legge previdenziale.

Le maggiori organizzazioni sindacali del paese, in primis la Cgt, Cfdt, Fsu, Solidaires e Fo, hanno invocato a gran voce un nuovo giorno di azione nella giornata di domani giovedì 06 febbraio. Forti del severo parere del Consiglio di Stato francese, lo scorso 25 gennaio, che ha criticato l’incompletezza delle proiezioni finanziarie del testo del governo, che non riesce a garantire "la sicurezza giuridica della riforma", i sindacati sono più che mai convinti della legittimità della loro lotta.

In un comunicato stampa pubblicato nei giorni scorsi, i sindacati hanno affermato che "il progetto di riforma delle pensioni non è mai stato così fragile" dopo "una mobilitazione storica per la sua forza e durata, il sostegno incrollabile dell'opinione pubblica e il parere del Consiglio di Stato."

Come dichiara Philippe Martinez, segretario generale del sindacato Cgt: “Dal 5 dicembre, il nostro paese vive al ritmo delle mobilitazioni popolare protestando contro il progetto riforma delle pensioni governative. Più passano i giorni, più incomprensioni e il rifiuto di questo progetto diventano importanti e massicce nell'opinione pubblica. ...La riforma è principalmente di bilancio e vuole costringerci a lavorare almeno fino all'età di 65 anni, chiamata questa età "Pivot" o "d’equilibrio"".

Anche il Consiglio di Stato conferma gli argomenti della Cgt su molti punti. – continua il segretario Martinez - Il governo quindi vuole chiedere al parlamento di approvare una legge a diverse incognite (faticosità, età di partenza, importo delle pensioni ...). La Cgt porta avanti un altro progetto, quello di una società unita. Noi pensiamo che il nostro sistema attuale possa essere migliorato per abbinare meglio le sfide e le realtà del tempo. Deve correggere disuguaglianze che sono principalmente vittime donne e giovani durante la loro vita attiva. Quindi, la parità di retribuzione tra donne e uomini è un'emergenza assoluta. Questo farebbe ridurre i divari pensionistici. Inoltre, è anche urgente da tenere in considerazione gli anni di studio. Se il governo fa fatica a trovare risorse per finanziare queste solidarietà, ecco alcuni suggerimenti: aumentare salari per un maggiore rientro dei contributi previdenziali, revisione per esenzioni dal contributo del datore di lavoro soprattutto per grandi gruppi, prodotti finanziari fiscali, ecc.

Conclude il capo della Cgt: “Di fronte a un governo e a un presidente autoritario, che rifiutano ogni contraddizione e soprattutto l’ascoltare i cittadini, dobbiamo amplificare la mobilitazione. La battaglia è tutt'altro che finita, un’altra riforma è possibile. Quindi tutto e tutti insieme, agiamo.

La manifestazione di domani a Parigi partirà verso le 13:30 dalla stazione ferroviaria Gare de L’Est e attraverserà tutta la parte est della capitale, fino ad arrivare a Place de la Nation nel tardo pomeriggio.

Commenti