"Presi a sassate dagli antifascisti", Quel terrore rosso contro i cattolici

L'aggressione è avvenuta sabato scorso nel nordest di Parigi, nel 20esimo arrondissement, e ha provocato la dura reazione dell'arcidiocesi

"Presi a sassate dagli antifascisti", Quel terrore rosso contro i cattolici

In Francia, nel cuore di Parigi, si è verificato di recente un grave episodio di intolleranza anti-cristiana, una vera e propria aggressione ai danni di un gruppo di pellegrini intenti a commemorare delle vittime dell'odio anticlericale esploso alla fine dell'Ottocento. Nel dettaglio, 300 cattolici, comprese mamme con bambini, sono stati menati, insultati e presi a sassate sabato scorso da un gruppo di “antifascisti”, mentre i primi stavano partecipando a una processione nel centro della capitale francese, diretta verso la chiesa di Nostra Signora degli Ostaggi, nel nordest della metropoli. Gli aggrediti stavano prendendo parte a una cerimonia in memoria di 50 martiri della Comune di Parigi, fucilati in odio alla fede il 26 maggio 1871 in Rue Haxo, nel 20esimo arrondissement.

Arrivati i 300 cattolici davanti al cimitero di Père Lachaise, un corteo di “manifestanti communards”, ossia di partigiani della Comune rossa, ha cominciato a inveire contro i fedeli al grido di "Morte ai fascisti", con l'aggiunta di bestemmie e insulti vari. Il pestaggio e la sassaiola sono stati quindi perpetrati mentre appena due gendarmi, inviati dalla prefettura, cercavano di ristabilire l'ordine. Secondo diversi testimoni, l’attacco degli “antifascisti” è stato durissimo ed è continuato per quasi tutta la processione, con scene di autentico panico all’interno del 20esimo arrondissement e con i cattolici terrorizzati che si sono dovuti riparare all’interno della chiesa di Nostra Signora della Croce, situata nelle vicinanze del luogo dell'attacco. L'organizzatore della processione ha quindi commentato amaramente: "Abbiamo atteso pregando che la polizia ci permettesse di uscire, c’erano bambini e madri sotto choc".

A indignare le autorità ecclesiastiche transalpine è stato, oltre al vile pestaggio, anche il silenzio osservato dal governo Macron sull'accaduto. L'esecutivo nazionale ci ha infatti messo 24 ore per rilasciare dichiarazioni sulla vicenda, con il ministro dell'Interno Gérald Darmanin che ha alla fine tuonato contro la "violazione del diritto al culto, che deve potere essere esercitato in tutta serenità in Francia".

Sull'assalto rosso alla processione ha immediatamente lanciato un'invettiva Michel Aupetit, arcivescovo di Parigi. Dalle colonne de Le Figaro, il religioso ha infatti condannato con nettezza la violenza compiuta al suono di slogan "antifascisti" : "La violenza cieca che questi pellegrini hanno subito da parte degli 'antifascisti' è assolutamente inaccettabile in uno Stato di diritto. Non c’erano che due poliziotti a garantire la sicurezza della marcia. Li ringrazio per il coraggio che hanno dimostrato. La sicurezza di questa marcia non era evidentemente una priorità per la prefettura". Il prelato ha proseguito il suo intervento chiarendo di non pretendere alcun privilegio per i cattolici francesi, ma solo "uguaglianza di trattamento rispetto alle altre religioni e comunità. Abbiamo il diritto di esprimere la nostra fede in pubblico". Richiamando l’insegnamento di Gesù sul perdono, Aupetit ha concluso affermando: "Vogliamo testimoniare l’amore di Cristo che ha vinto sul male. Chiediamo solo di poterlo fare in pace nel rispetto delle nostre istituzioni e dello Stato di diritto che garantisce piena libertà di culto e protegge tutti i suoi cittadini".

Molti commentatori della vicenda stanno rimarcando il fatto che se a Parigi fosse avvenuto

l’opposto, ossia se dei cattolici “oltranzisti” avessero insultato e menato dei manifestanti antifascisti, molto probabilmente l'avvenimento avrebbe ricevuto un'eco mediatica molto più forte.

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