Il padre di Vanessa: "Erano guidate dal cuore"

E sul web piovono insulti

La Farnesina e i servizi di intelligence lavorano senza sosta per riportare a casa Vanessa Marzullo e Greta Ramelli, le due cooperanti di 21 e 20 anni rapite in Siria nella notte tra il 31 luglio e il primo agosto. Al momento non ci sono state rivendicazioni e la procura di Roma ha aperto un fascicolo ipotizzando il sequestro di persona a scopo di terrorismo. Le due ragazze erano state in Siria già a marzo e ci erano tornate il 28 luglio, come conferma Roberto Andervill, che con loro ha fondato il progetto Horryaty per la raccolta e la distribuzione di aiuti in diverse zone del paese. Secondo fonti locali le due italiane sono state prelevate con la forza da un commando armato di 10 uomini alla periferia di Aleppo, dove le forze che combattono il regime di Assad hanno assunto il controllo. Avevano con loro cinquemila euro e sembra che fossero in compagnia di un terzo italiano, sfuggito al sequestro. Un sito internet locale sostiene che prima di essere prese erano state viste nella casa del capo del Consiglio rivoluzionario della zona. Ma la notizia non è confermata. «Sono fiducioso nella giustizia e nel Signore - ha detto ieri Salvatore Marzullo, papà di Vanessa. Loro erano prese più dal cuore che dalla testa».

Sul web, intanto, è polemica sull'opportunità del volontariato in zone di guerra e in molti hanno postato frasi impietose come «io le riporterei indietro a calci nel c...» e ancora «speriamo che ci pensino quelli dell'Isis».

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