Nuova strage nel Mediterraneo: 100 morti. Tusk: "Rischiamo altri 3 milioni di profughi"

Nuova strage di migranti al largo della Libia: almeno cento le vittime. Il presidente del Consiglio Ue, Donald Tusk, parla all'assemblea plenaria di Strasburgo: "Dobbiamo smettere di darci colpe a vicenda: abbiamo tutti la responsabilità comune di difendere le frontiere esterne dell’Europa"

Nuova strage nel Mediterraneo: 100 morti. Tusk: "Rischiamo altri 3 milioni di profughi"

Nel Mediterraneo si registra una nuova strage, con quasi 100 profughi morti da domenica al largo della Libia. Lo ha riferito l’Organizzazione internazionale per le migrazione (Oim), citando fonti della Mezza Luna rossa libica. Il bilancio si basa su due avvistamenti di cadaveri vicino alla costa del Paese nordafricano: 85 in una zona e una decina in un’altra.

L'Europa, intanto, cerca di correre ai ripari, visto che da gennaio a oggi attraverso il Mediterraneo nel Vecchio Continente sono arrivati 557.899 migranti e 2.987 sono tragicamente morti durante il viaggio. Non è facile accogliere tutti senza limiti, e senza avere una politica comune. Con il rischio che si scateni tra gli Stati membri dell'Ue, ancora una volta, un pericoloso tutti contro tutti. Che anziché risolvere i problemi li amplifica.

"Senza una seria e responsabile difesa delle frontiere esterne dell’Europa dovremmo dire addio al Trattato di Schengen". Usa un tono perentorio il presidente del Consiglio Ue, Donald Tusk, parlando all'assemblea plenaria di Strasburgo. "Dobbiamo smettere di darci colpe a vicenda: abbiamo tutti la responsabilità comune di difendere le frontiere esterne dell’Europa. Insisto - aggiunge - sul fatto che dobbiamo costruire gli hot spot, i punti di registrazione dei migranti, sia all’interno dell’Ue, sia all’esterno dove è necessario".

"Non illudiamoci - insiste Tusk - contiamo solo su di noi, nessuno ci aiuterà. Ci sono vicini che sono contenti dei nostri problemi. Agli italiani, greci, ungheresi, vorrei dire che nessuno deve pensare di usare le ondate migratorie come merce di scambio tra vicini. Serve solidarietà ma anche responsabilità". E a quel punto Tusk ricorda a tutti che "senza una seria e responsabile difesa delle frontiere esterne dell’Europa dovremmo dire addio al Trattato di Schengen".

"Durante le mie visite in tutta la regione - prosegue Tusk - dalla Turchia, alla Giordania, o l’Egitto, con chiunque io parlassi, arrivava un avvertimento: l’eventuale vittoria del regime di Assad, resa ancora più probabile dall’appoggio russo e iraniano, provocherà una nuova ondata migratoria. Ieri il messaggio mi è stato confermato da Erdogan: secondo stime turche, altri tre milioni di potenziali rifugiati potrebbero arrivare da Aleppo e dai suoi sobborghi".

"So che per molti si pone il dilemma se cooperare o meno" con Ankara, ma un accordo con la Turchia per la gestione della crisi migratoria in Europa "è l'unica soluzione possibile". Tusk, che ieri ha incontrato Erdogan a Bruxelles, "è il miglior partner possibile" nell'area sud-orientale dell'Europa. Il presidente del Consiglio europeo ha detto che la prossima riunione dei 28 Paesi dell'Unione, prevista per mercoledì e giovedì della settimana prossima a Bruxelles, "sarà sicuramente dedicata al tema dell'immigrazione". Tusk ha poi detto di "sperare che la discussione di oggi (al parlamento di Strasburgo) sia d'ispirazione per qualche leader, e sono sicuro che voi capirete cosa intendo".

Tusk ha parlato anche degli incontri alle Nazioni Unite, e delle sue difficoltà nel difendere gli interessi del Vecchio Continente: "All’Onu sembrava che l’Europa fosse

il peggior posto per i rifugiati: all’Onu mi sono sentito isolato quando ho difeso l’Europa. Noi rispettiamo tutte le norme, ma non facciamo in modo che le nostre divisioni arrivino a danneggiare il buon nome dell’Europa".

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